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Carlo Maria Martini

Io ho sempre letto con piacere le interviste al cardinal Martini, anche perché la sua cultura e intelligenza erano indubbie. Capisco che c’è chi preferisce leggere interviste a beppegrillo(tm), Del Piero o a qualche partecipante al Grande Fratello; gliele lascio volentieri.
Le cose che mi hanno sempre colpito sono due. La prima è che le posizioni che esprimeva erano assolutamente secondo la dottrina della Chiesa, eppure venivano salutate come “estremiste” dalla stampa, il che significa che sapeva dirle molto bene: si vedeva che era un gesuita. La seconda e più importante, anche perché credo che fosse da quella che discendeva la prima, è che applicava nella maggior scala possibile l’ammonimento di Gesù: è il sabato che è fatto per l’uomo, e non l’uomo per il sabato. La sua fede infatti partiva dalla considerazione della persona che deve essere alla base di tutto. I dogmi sono fondamentali per la fede cattolica: ma considerare solo i dogmi e dimenticarsi della misericordia di Dio, traducendo tutto in un computo automatico di peccati e pene, diventa la morte di Dio.
Sono convinto che rideva delle battute sul suo cognome; ma sono anche convinto che avrebbe perdonato tutti quelli che ora sembrano felici di sparlare di lui mostrando di “essere controcorrente”. Perdonati, perché non sanno quello che fanno.

Ultimo aggiornamento: 2012-08-31 17:56

Victor Spinetti

Penso che alla maggior parte di voi il nome di Victor Spinetti, morto oggi per cancro, dica poco o nulla, anche se tanto per dire ha recitato con Zeffirelli in La bisbetica domata.
Io lo ricordo per aver recitato come produttore televisivo in A Hard Day’s Night, oltre che aver partecipato in Help! (lo scienziato pazzo) e in Magical Mystery Tour: insomma l’associo all’allegro caciaronismo dei primi anni degli scarrafoni :-)
Lascio un link a una sua mini-intervista per una Beatlefest e a un articolo di un paio di anni fa (preferisco queste rievocazioni ai coccodrilli :-) )

Ultimo aggiornamento: 2012-06-19 13:33

Elio Pagliarani

Io non ho mai letto nulla di Elio Pagliarani, che io sappia. Nulla, con una singola eccezione: la sua poesia sui coniglipolli.
Beh, secondo me uno che è riuscito a scrivere una poesia così, partendo da un problema matematico, dandone una soluzione corretta ma assolutamente non standard e infilandoci per di più una dura polemica contro l’omologazione («laurea in filosofia poi lo cacciarono via / non che violasse le leggi è che dissero basta / la famiglia gli amici gli esempi dei libri di testo»)… beh, era uno davvero tosto. Che poi io sia uno sciamannato e preferisca leggere libri di matematica piuttosto che libri di poesia non toglie nulla alla sua grandezza.

Ultimo aggiornamento: 2012-03-09 00:04

Lucia Mannucci

Potrei riciclare quanto scrissi alla morte del marito Virgilio Savona, con l’unica aggiunta del titolo della versione originale di Nella vecchia fattoria, per la cronaca Old Mac Donald had a farm: avere dei duemezzenni per casa ti fa imparare molte cose. Però la morte di Lucia Mannucci segna la fine definitiva del Quartetto Cetra, ed è insomma un po’ più simbolica.
Tra l’altro Mannucci – che fu l’ultima a entrare nella formazione del quartetto, nel 1947 – essendo l’unica donna dovette in un certo senso fare più fatica: pensate a tutte le parodie musicali, dove le parti femminili erano tutte sue…

Ultimo aggiornamento: 2012-03-07 13:43

Davy Jones

[occhei. Mentre sto scrivendo questo leggo che è morto Lucio Dalla. Però di Dalla ne parleranno tutti, di Davy Jones no, quindi resto sulla mia notiziola]
È morto uno dei Monkees. Probabilmente a molti di voi il nome di questa band non dirà nulla; se sentiste le note di I’m a Believer, al più vi verranno in mente i titoli di coda di Shrek. Però la loro storia è molto interessante…
Dopo la Beatlemania, negli USA decisero di fare uno spettacolo TV con protagonista una pop band. Insomma, Amici con quarant’anni di anticipo. Però non potevano prendere una pop band già pronta, perché altrimenti non avrebbero potuto lucrare sui contratti artistici; così hanno fatto un po’ di audizioni per prendere gente che venisse bene in tv, e se possibile avesse anche qualche idea su come suonare uno strumento. E in effetti Jones era più che altro un attore… Assemblamenti di questo tipo possono dare dei problemi: per esempio, che nessuno dei quattro prescelti sapesse suonare la batteria. Se la sono giocata ai dadi, ha perso Micky Dolenz (anche perché Davy Jones era piccolo di statura e quindi non lo si riusciva a inquadrare) che all’inizio faceva finta e man mano poi ha imparato.
Detto tutto questo, definire i Monkees “i Pre-Fab Four” è riduttivo. È vero che sono stati creati a tavolino, ma come gruppo pop hanno fatto il loro onesto mestiere. Un ricordo affettuoso è solo doveroso.
P.S.: il punto più buffo di tutta la storia (quello che mi aveva dato lo spunto per scriverla, solo che poi me ne sono dimenticato…) è che Davies non era americano ma britannico, di Manchester.

Ultimo aggiornamento: 2012-03-01 12:56

Oscar Luigi Scalfaro

Di Scalfaro (“Oscar Maria”, come lo chiamavo io) ne hanno parlato tutti: ieri pomeriggio sono morbosamente andato a vedere le home page del Giornale e di Libero, trovando più o meno quello che mi aspettavo. Però mi pare che tra i vari ricordi ci siano due cose che sono passate nel dimenticatoio, o meglio che sono state sì rievocate ma senza i retroscena che dal mio punto di vista sono più interessanti.
La prima è la circostanza in cui è stato eletto Presidente della Repubblica. Il problema non era tanto lo scoppio di Tangentopoli; o meglio Tangentopoli stava bloccando le votazioni, per i veti incrociati anche all’interno della maggioranza. Tutti hanno ricordato che la situazione si sbloccò a causa della strage di Capaci che portò alla decisione di scegliere una “figura istituzionale” (Scalfaro era appena stato nominato presidente della Camera), ma pochi mi pare abbiano aggiunto che lo sponsor principale di Scalfaro fu niente meno che Marco Pannella, la persona a prima vista meno indicata ad apprezzare un baciapile come l’Oscar Luigi. Secondo me, Pannella lo preferì a Spadolini perché lo sentiva una testa dura come lui: resta il punto che quello fu il punto ascendente della parabola del Giacinto, che tentò inutilmente di ripetere il giochetto con la scelta del Pres.Cons.Min ma non ci riuscì, e poi finì man mano a far votare i suoi sodali per chi gli prometteva un minimo di visibilità.
La seconda cosa che mi pare posta in seconda fila è il suo comportamento durante il primo governo Berlusconi. Sappiamo tutti perfettamente che Scalfaro odiava Silvio, e che con ogni probabilità il suo ruolo è stato ben al di là di quanto la prassi assegna al Presidente della Repubblica: Ciampi e Napolitano in confronto sono stati dei notai. Ma soprattutto da destra sono tutti a ricordare il ribaltone, cosa che invece è stata assolutamente corretta… a meno che non si dimostri che Scalfaro ha intimato a Bossi di rompere la coalizione di governo. Quello che viene dimenticato è il ruolo avuto da Scalfaro nel non firmare la lista originale dei ministri con Cesare Previti alla Giustizia (l’equivalente di mettere una volpe di guardia al pollaio…) con il suo spostamento al volo alla Difesa. Questo sì che è stato un atto contro la Costituzione, visto che il Presidente della Repubblica non ha tecnicamente potere sulla scelta dei ministri (mentre ce l’ha sulla scelta del PresConsMin)! Oh, per quanto mi riguarda ha fatto bene, e mi sa che sotto sotto ne siano convinti anche quelli di destra visto appunto che hanno glissato sulla cosa preferendo appunto tuonare sul ribaltone; però la cosa è appunto passata in second’ordine, mentre sono convinto che questo sia invece il modo migliore per ricordarlo. (Sì, ci sarebbe anche la sua difesa della Costituzione con i comizi a novant’anni suonati, ma io ho le mie preferenze)

Ultimo aggiornamento: 2012-01-30 11:19

Giancarlo Bigazzi

Io ero convinto che Bigazzi fosse solo un (grande) paroliere. Gli potevo anche perdonare le collaborazioni con Marco Masini. Purtroppo è dovuto morire perché io potessi scoprire che era il leader degli Squallor, e soprattutto che non è solo stato un paroliere ma ha anche composto musica. Diciamolo: avrei preferito scoprirlo tra vent’anni.

Ultimo aggiornamento: 2012-01-19 12:54

Carlo Fruttero

Non ci crederete, ma un torinese come me non ha mai letto nessun giallo della premiata ditta F&L. (Lessi e apprezzai Donne informate sui fatti, ma quella è un’altra storia). Ma naturalmente, da buon lettore della Busiarda e vecchio appassionato di fantascienza sono sempre stato a contatto virtuale con la coppia prima e con lui da solo poi, dal racconto a puntate delle loro avventure nella valigetta diplomatica di Gheddafi alla sua rubrica su Tuttolibri, terminata un paio d’anni fa quando capii che ormai gli anni stavano chiedendo il loro pedaggio… tanto che mi stupii favorevolmente che fosse ancora riuscito a terminare il libro a quattro mani con Massimo Gramellini, che oggi lo ricorda sul suo Buongiorno.
Sì, dovremmo avercela con una lama delle Forbici d’Oro della fantascienza italiana: ma l’abbiamo già perdonato da mo’, era difficile tenere il broncio verso un signore (e un traduttore, e un descrittore di Torino, degno sodale di Mario Soldati per chi si ricorda ancora di lui)

Ultimo aggiornamento: 2012-01-16 13:31