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Tanto lo sapete tutti chi ha inventato Internet

Non so se vi sia capitato di vedere questo articolo dell’edizione milanese del Corsera. La parte più interessante non è quella su Jimbo Wales che preferisce la marchetta col quotidiano al parlare con chi in Italia contribuisce a curare Wikipedia: anche se c’è chi si lamenta, comprendo la Realpolitik di avere una grancassa per la prossima raccolta di fondi. (Ecco, io avrei magari chiesto di avere uno o due rappresentanti dei wikimediani italiani accanto a lui durante l’incontro).
Molto più divertente scoprire come Daniele Manca, vicedirettore del Corriere della Sera (grassetto mio), riesca ad affermare che Internet «nasce da un’intuizione di Al Gore, quindi da un politico.» Sono queste le cose che a me fanno cascare le braccia, soprattutto considerando che non sono state pronunciate da un avventore al bar ma da una persona che un minimo di conoscenze dovrebbe averle. Poi ci si chiede come mai la Rete da noi è in questo stato.

Ultimo aggiornamento: 2009-10-15 08:00

altro che sinergie

[Povero Gilioli!] Non c’è nulla di male se il giornalista di Repubblica vuole segnalare che tra i vincitori dei Macchianera Awards c’è anche un suo collega dell’Espresso, Alessandro Gilioli; in fin dei conti il premio se l’è anche meritato e non vedo perché non fargli pubblicità.
Però, proprio perché lavorano nello stesso gruppo, sarebbe stato meglio avesse prima controllato come si scrive il suo nome :-) (sì, ammetto che il mio cognome è stato storpiato abbastanza spesso perché io sia rimasto sensibile all’argomento)

Ultimo aggiornamento: 2009-10-04 17:09

doppia negazione

[due negazioni affermano...] S. mi segnala il simpatico titolo di un articolo del Sole-24 Ore. L’articolo in sé spiega come la crisi, almeno per quanto riguarda l’occupazione, non ha ancora raggiunto il punto più profondo; e che l’Italia è messa peggio degli altri a detta dell’OCSE. Lo fa con una grammatica un po’ stentata, o per meglio dire con una profusione di virgole, tipo «Il rapporto dell’Ocse, parte dai dati di giugno 2009, […]»; ma come dicevo è il titolo quello che conta.
Se uno scrive «Rapporto Ocse – Giovani : come evitare che la crisi non cancelli il futuro?», tralasciando l’ortografia alla francese, ha affermato “Come fare in modo che la crisi cancelli il futuro”, visto che abbiamo un verbo negativo (“evitare”) e una negazione esplicita (“non”) e possiamo eliminare la seconda usando un antonimo (un opposto, per parlare come mangiamo). Credo che sia ovvio che il titolista non ha affatto riletto il suo capolavoro; mi chiedo solo perché abbia deciso di complicare così un titolo, che dovrebbe essere quello che attrae il lettore!

Ultimo aggiornamento: 2009-09-16 16:48

il “boom dei telefonini”

Leggendo il titolo di questa notizia del Corsera, si direbbe che nonostante la crisi nera gli italiani continuino a comprare telefonini. Uno magari pensa che siano considerati un bene rifugio oppure che la necessità consumistica italiana, non potendo più rivolgersi alle automobili, cerchi qualche altro status symbol.
Poi però qualcuno potrebbe leggere il resto dell’articolo, e scoprire che «l’Ufficio Studi Confcommercio e contenuta scatta una fotografia dei consumi delle famiglie italiane tra il 2002 e il 2008.». (Che la frase non abbia senso per una volta non è colpa mia, visto che ho copincollato il testo dell’articolo: immagino che l’anonimo articolista abbia fatto come me, che inizio una frase, poi faccio tutt’altro, e quando ritorno continuo a scrivere senza rileggere il testo precedente). È vero che nello studio si parla anche di cosa è successo nel 2008, e in effetti la voce “Telefoni ed equipaggiamento telefonico” mostra un +15.4%; ma è anche vero che la voce “Attrezzature per la casa ed il giardino” segna per il 2008 un +14.3%. Eppure nessuno ha scritto “In tempo di crisi ci si dà all’orticultura”…

Ultimo aggiornamento: 2009-08-17 11:34

scoop o redazionale?

A leggere questo articolo apparso sul dorso milanese di Repubblica – la gente che affitta i contenitori-di-spazio EasyBox perché non può permettersi un posto per dormire – viene in mente proprio quello scritto da tal supermozy nei commenti (lo trovate nella penultima schermata): un redazionale mascherato. Non si spiegherebbe altrimenti la dovizia di particolari sulla locazione delle sedi milanesi (ok, hanno saltato quella di Lancetti, ma non si può essere perfetti) e persino sui costi per spazi di 4 e 12 mq.
D’altra parte la crisi è la crisi, bisogna pur trovare il modo di farci soldi su!

Ultimo aggiornamento: 2009-08-11 14:46

scollatura sì, ma…

Un abituale lettore del Corsera online (ma sarebbe anche potuta essere Repubblica, intendiamoci) si potrebbe forse chiedere come mai questa “succosa” notizia sulla scollatura elettorale di una candidata tedesca (e di Angela Merkel) non sia corredata dall’usuale galleria fotografica.
Ma un lettore esperto non avrebbe dubbi in proposito, anche senza andare sul sito della FTD e vedere il video con i manifesti. Da noi la discrimante per la pubblicazione è molto semplice: “è gnocca oppure no?”.

Ultimo aggiornamento: 2009-08-11 13:24

Brava Egle!

Solitamente uso questa categoria per lamentarmi dell’uno o dell’altro giornalista. Questa volta però voglio complimentarmi con Egle Santolini per il suo articolo sulla Stampa di ieri a proposito della copertina di Abbey Road, che il prossimo 8 agosto compie 40 anni.
Da vecchio beatlesiano quale io sono, ho molto apprezzato il vedere scritte su un quotidiano generalista una serie di informazioni corrette ma non ritrite; cosa che non capita molto spesso, purtroppo. Quindi un bravo alla signora Santolini, che ha fatto un bel lavoro di giornalista!

Ultimo aggiornamento: 2009-08-02 14:10

astronomo, astrologo, che cambia?

[astrologo?] Licia mi segnala questo articolo di Repubblica, dove si può vedere come l’astronomo Marco Fulle sia stato promosso a furor di popolo alla professione di astrologo. Evidentemente la signora o signorina Parmeggiani sarà rimasta scioccata dal pensiero che uno invece che guardare le stelle si dedica ai vulcani… oppure immagina che il suffisso -logo indichi “uno che parla di”: insomma un divulgatore.
La cosa più divertente è che nell’occhiello la professione di Fulle è riportata correttamente: situazione paradossale, un po’ come l’uomo che morde il cane.

Ultimo aggiornamento: 2009-07-31 14:53