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Addio bici

Non ho più la mia bicicletta, e ovviamente per colpa mia. Ieri, mentre tornavo dall’ufficio sotto due gocce di pioggia, mi sono fermato davanti alla sede della biblioteca Zara per prenotare un paio di libri. In genere quando arrivo là, non essendoci posti bici, lego tra loro telaio e ruota posteriore. Ieri sera mi sono detto “mannò, è un tempaccio, chi vuoi che passi..”, ho tolto la borsa e sono entrato. Ci avrò messe sette minuti: peccato che una volta uscito la bici non c’era più.
Occhei, chi è causa del suo mal pianga sé stesso; occhei, già quest’estate, quando sotto casa mi rubarono una ruota per attaccarla all’altra bici, era stata vagheggiata la possibilità di prenderne una nuova – e fortuna che non l’ho fatto – visto che ormai era vecchiotta e malmessa. Però ci sono stato così male che stanotte, una delle rare volte in cui i bimbi hanno fatto un sonno unico, mi sono svegliato di colpo e sono restato un’ora sveglio a rodermi.

Ultimo aggiornamento: 2011-11-04 11:00

resoconto genovese

[mode Uriel on] visto che mi è stato chiesto da due persone, vi racconto com’è andata la mia conferenza-spettacolo a Genova, per il Festival della Scienza.[mode Uriel off]
Come ricordate, domenica è stata la mia prima volta in assoluto al Festival della Scienza, direttamente come relatore, con un titolo che era poi quello del mio libro. Diciamocelo: se gente come sir Roger Penrose (che mi han detto essere arrivato con i lucidi scritti a mano…) e Robin Dunbar vengono al Festival in occasione dell’uscita di un loro libro, non vedo perché non possa farlo anch’io…
Genova era soleggiata, tiepida (almeno durante il giorno, la sera è poi arrivato un ventaccio) e piena di gente, molti dei quali chiaramente lì per il festival. Non so se sia per la formula (biglietto giornaliero che dà accesso a tutti gli spettacoli) o per il titolo accattivante, ma la sera da me c’è stato davvero il pienone. La sala aveva 99 posti, metà prenotati in anticipo; alla fine almeno cinquanta persone non hanno potuto entrare causa misure di sicurezza. Non so quante copie del libro siano state vendute (c’era un banchetto all’ingresso che ne aveva una trentina, mai viste così tante tutte insieme nemmeno quando me ne sono comprate a pacchi da regalare ai parenti e a chi mi ha aiutato…), io ne ho autografate quattro o cinque alla fine. Tra il folto pubblico c’erano anche un paio di loschi figuri di cui magari avete sentito parlare…
Per quanto riguarda la conferenza vera e propria, si vede che ho ancora da impratichirmi molto. Il mio maggior errore, come mi ha fatto notare Anna nel debriefing, è stato non indicare all’inizio l’obiettivo della conferenza, il che significa che sia io che il pubblico abbiamo fatto più fatica (per il pubblico, perlomeno chi è riuscito a seguirmi però alla fine ci ha guadagnato di più, visto che la fatica viene ripagata da una maggior comprensione). Sono stato poi un cafone a non ringraziare il folto pubblico, uno sconsiderato a usare un microfono (a mano, non a bottone) che funzionava poco e male, e un tirchio a non usare una nuova pagina a fogli mobili (gentile omaggio personale dello sponsor 3M… da questo punto di vista l’organizzazione del Festival è un po’ carente, e parte dal principio che tutti usino solo e unicamente slide in Powerpoint.
Però direi che tutto sommato è andata bene, mi sono disincagliato rapidamente il paio di volte in cui mi sono avvitato (vi rendete conto che ho detto “42” e nessuno ha dato segno di riconoscimento?), sono riuscito ad avere un po’ di interazione tra il pubblico e anche a farli ridere (volontariamente, ogni tanto faccio delle battute ed evidentemente sono riuscito a fare le battute giuste). Sono fiero di aver deciso all’inizio della conferenza di parlare del problema di lupo, capra e cavolo; così quando ho terminato col problema di John, Paul, George e Ringo che dovevano attraversare il ponte sul Mersey (problema a cui NON ho dato la risposta, sono bastardo inside) ho potuto richiamare l’esempio iniziale e mostrare come tutto torna… Vabbè, diciamo che se ci sarà una nuova opportunità migliorerò!
(ps: alla fine è arrivato un ragazzino che ha risolto il problema, le nuove generazioni imparano in fretta)

Ultimo aggiornamento: 2011-11-02 10:08

_Matematica in relax_ al Festival della Scienza!

Sto man mano spammando in giro… oggi tocca alle notiziole.
Domenica 30 ottobre, alle 18 (lo slot è fino alle 20, ma il tutto durerà un’ora e qualcosa…) sono a Genova, sala Chierici della Biblioteca Berio, a parlare di… Matematica in Relax. Non crediate troppo a quanto scritto nel programma ufficiale, però è vero che racconterò di problemini facili se uno sa prenderli per il verso giusto.
Sapevàtelo. (come bonus, ci sarà anche Anna. I giovini no :-) )

Ultimo aggiornamento: 2016-09-11 21:41

C’era una volta il web

Non si direbbe, ma il World Wide Web (la Tela Totale Terrestre, come la denominai a suo tempo…) ha vent’anni. Per festeggiarla qui da noi, il 14 novembre al Teatro Adriano di Roma ci sarà un incontro curato da Riccardo Luna e avente tra gli ospiti anche Tim Berners-Lee, il creatore del web: il tutto con un sito al riguardo, Happy Birthday Web per l’appunto.
Che c’entro io con tutto questo? Poco, se non che sono stato intervistato su cosa facevo quando la Rete non era ancora nata e ci trovavamo io, Al Gore, Vint Cerf e Jon Postel buonanima :-) (occhei, non è stato proprio così, ma facciamo finta che). È la prima volta in cui mi danno del lei in un’intervista scritta, sto diventando grande.

Ultimo aggiornamento: 2011-10-24 07:04

armadi

Per chi si preoccupava della mancanza del mio post biannuale: tra domenica e ieri c’è stato il giro degli armadi, a cui per fortuna ho dovuto contribuire poco. E infatti ritorna il caldo.

Ultimo aggiornamento: 2011-10-11 12:18

wikisassolini

Ora che il clamore dello “sciopero di Wikipedia” è scemato – si sa, ognuno avrà i suoi 15 minuti di gloria… – ed è tornato il solito tran tran penso che sia arrivato il momento di aggiungere qualche considerazione. Attenzione: tutto quello che scrivo è a titolo puramente personale, a meno che non scriva esplicitamente il contrario.
(1) Wikimedia Italia non è mai stata capace a gestire bene i flussi di informazione, specialmente se maggiori del previsto. Basti pensare che non esiste nemmeno un vero portavoce: questa primavera ho iniziato a farlo io (aggratis) in attesa che si trovasse una persona esperta di comunicazione e sufficientemente esperta dei progetti Wikipedia. Io tutto quello che so di comunicazione me lo sono costruito nei decenni di frequentazione della rete: sono in grado di scrivere un comunicato o un articolo comprensibile e piacevolmente leggibile (no, il comunicato dell’oscuramento non è mio, ho solo modificato qualche parola qua e là: il comunicato mio è quello di solidarietà apparso su wikimedia.it), ma non sono un grande oratore a braccio. Certo però che se l’oscuramento parte senza che io lo sappia sono per forza costretto ad arrampicarmi sugli specchi almeno all’inizio, oltre a perdere mezza nottata per recuperare tutti i dati ed essere pronto per le interviste successive.
(1 bis) Comunque non è il mio mestiere, inutile. Avrò magari la voce sexy (me l’ha scritto mia cognata… non so dove mi abbia sentito, ho perso il conto delle interviste) però è un impegno troppo grande per me.
(2) Naturalmente si poteva dire che la scelta migliore sarebbe stata lasciar parlare direttamente gli organizzatori dell’oscuramento. Peccato che loro abbiano scelto (era un loro diritto) non solo di non avere i loro nomi o nickname per rafforzare l’idea di collettività, ma nemmeno di avere qualche portavoce ufficiale: così tutti i media sono corsi all’unico contatto che loro hanno con l’enciclopedia, Frieda. Avesse risposto lei, la situazione interna sarebbe diventata ancora più complicata, visto che Wikimedia Italia non è la comunità di Wikipedia; così io e un paio di altre persone meno esposte ci siamo trovate in mezzo al ciclone. Posso capire che l’idea dei wikipediani sia stata “niente contatti, perché i giornalisti ci traviseranno”: peccato che i giornalisti le notizie in un modo o nell’altro le debbano mettere, quindi tanto valeva provare a spiegarsi con chi aveva voglia di stare ad ascoltare, no?
(3) Il blocco è stato un successo mediatico incredibile, almeno per me. Ma è durato troppo, sempre “almeno per me”. Io l’avrei sospeso già alle 00:00 di giovedì: il mondo politico aveva già capito tutto quello che poteva capire, la gente che consulta Wikipedia aveva avuto la possibilità di capire qualcosa in più di quello che stava succedendo, ma il supporto popolare può cambiare molto velocemente in rabbia. Vedere una sfilza di talebani che avrebbero persino continuato fino a un’eventuale votazione parlamentare (e poi? si aspetta la discussione al Senato?) mi ha preoccupato molto. È ovvio che tutti noi abbiamo idee diverse, ma vorrei che queste idee non fossero dei totem indiscutibili.
(4) Occhei, c’è stata persino un intervista fatta da Radio Vaticana (non l’ho fatta io ma un altro wikipediano noto mangiapreti, per la legge del contrappasso…). Ma in generale ci sono stati due tipi di giornalisti. Quelli dei media di sinistra, che hanno cercato chi più chi meno di farmi dire che la protesta era contro Berlusconi (e dire che circa metà del comunicato sull’oscuramento è stato scritto da un elettore del centrodestra…), e quelli dei media di destra, che hanno scelto di non chiedere nulla e scrivere per conto loro (i curiosi possono vedere qua una rassegna stampa a riguardo, e farsi da soli un’idea). Nel primo caso ho avuto la possibilità di spiegare che non era affatto vero, con esempi più o meno forti a seconda della forza delle affermazioni dell’interlocutore: nel secondo caso ovviamente non ho potuto fare nulla. A quanto pare, però, il concetto di “indipendenza dagli schieramenti politici” e il concetto correlato di “i singoli possono avere le idee che vogliono, ma quando sono sotto il cappello di Wikipedia operano tutti solo per essa” in Italia sono troppo incredibili per essere accettati.
(5) Ovviamente sono anche arrivate le critiche – non solo da destra – del tipo “sì, tutto bello, ma Wikipedia non è il paradiso che dice di essere”. Mannò. Non l’avrei mai pensato. Peccato che ad agosto i contributori a it.wiki sono stati meno di tremila, e i contributori seri (tra cui non ci sono io, giusto per specificare) 457. Con questi numeri è possibilissimo che siano le opinioni di pochi a prevalere: ma gli assenti hanno sempre torto.
(5bis) Ah: io sono un enciclopedico coglione, come dice un esperto galatticamente acclamato. Ma non sono un enciclopedico idiota: sapevo e so benissimo che c’è tutto il resto del DDL antiintercettazioni che è molto più pericoloso del possibile blocco di Wikipedia. Ma non è sotto la bandiera di Wikipedia che la gente deve mobilitarsi al riguardo! Se volete, la mia sarà una posizione alla Brian di Nazareth, ma credo fermamente che sfruttare X per ottenere Y sia pericoloso e comunque non corretto…

Ultimo aggiornamento: 2011-10-10 07:00

solo per insonni

Sembra che domani mattina metterò il cappellino di portavoce di Wikimedia Italia e verrò intervistato per ben quattro minuti su Radiouno Rai (a proposito del DDL intercettazioni, se ho ben capito). L’unico piccolo problema è che i quattro minuti in questione saranno tra le 05:40 e le 05:44. E sì, parlo in diretta, sperando di riuscire a tirare fuori un po’ di voce.
Se recupererò il podcast ve lo farò sapere :-)
[ps: in teoria un mesetto fa ero stato invitato a parlare di matematica: avevo declinato, perché mi sa che sarei stato ancora più incomprensibile del solito…]

Ultimo aggiornamento: 2011-10-03 14:51

La gente e la strada

Stamattina, per una serie di cause indipententi dalla mia volontà, sono uscito un quarto d’ora dopo il solito. Peggio ancora, ho portato i bimbi al nido e preso la bici che era stata opportunamente lasciata là, quindi il secondo tratto di strada è stato percorso mezz’ora dopo. Non che siano orari così di mezza mattina, nel senso che sono uscito di casa alle 8.45 e arrivato in ufficio alle 9.22: però la solita gimcana per usare il marciapiede di via Farini, largo due metri, senza sfruttare la notevole quantità di moto del sistema .mau.+passeggino non mi è stata possibile causa automobilista parcheggiato storto sul marciapiede all’altezza di un passo carraio (automobilista anche piuttosto incazzato perché gli ho bussato sul finestrino facendogli notare che se lascia quaranta centimetri di spazio un pedone ci passa, ma non molto di più), a parte la gente che esce dai bar pensando non esista nessun altro nel raggio di dieci metri. E anche il pezzo in bici non è stato molto meglio, nonostante il presidio in via dei Transiti che mi stava preoccupando era composto da non più di dieci-quindici persone.
Mi chiedo se effettivamente il problema siano quei pochi minuti, se oggi sia statisticamente stata una brutta giornata, oppure il compleanno congiunto del capo del governo e del supposto capo dell’opposizione abbia contribuito a questo rincoglionimento.

Ultimo aggiornamento: 2011-09-29 17:02