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puccyness

Visto che la prossima settimana ci traslocano di ufficio, sto buttando via pacchi di roba che non ho toccato in tutti questi anni.
Aprendo una borsa, ho trovato la documentazione di un corso di Project Management che ho fatto il 13 e 14 giugno 2002. La docente del corso è quella che un anno e mezzo dopo divenne mia moglie. (Sì, ci siamo conosciuti all’Aquila, all’allora Scuola Superiore Guglielmo Reiss Romoli).
Ci sono anche i miei appunti, scritti con una grafia incredibilmente leggibile, con chicche tipo la frase

[esercitazione, ma io facevo il guardone]

(nel senso che l’esercitazione era su un problemino di problem solving: quando l’insegnante spiegò il problema io commentai “lo conosco, quindi non posso mettermi a fare lavoro di gruppo per risolverlo!”) Ero già un rompipalle dieci anni fa: ma questo lo immaginavate, vero?

Ultimo aggiornamento: 2013-06-27 09:47

Porte aperte

La mia azienda ha organizzato anche quest’anno il pomeriggio Porte Aperte, dove dalle 15 alle 18 i bimbi da 0 a 12 anni possono venire a vedere dove lavora la loro mamma o il loro papà. Premesso che i miei con ogni probabilità non li porto, considerando che vedrebbero solo gli scatoloni per l’imminente trasloco, faccio notare che nel comunicato aziendale è messo bene in chiaro che:
– Non sono previsti intrattenimenti di animazione per bambini in nessuna località
– Non è prevista nessuna merenda organizzata
– Non sono previsti gadget o intrattenimenti con animazione.
(sì, gli intrattenimenti erano scritti anche sopra: repetita iuvant, evidentemente)
Insomma i pargoli potranno subito capire com’è bello lavorare.

Ultimo aggiornamento: 2013-05-27 07:00

circolo glaciale artico

Oggi siamo tornati dalla piscina alle 13. Arrivati a casa, Anna ha messo distrattamente la mano sul termosifone: era tiepido.
(occhei, ci eravamo dimenticati di mettere l’impianto in modalità estiva; ma questo la dice lunga sulla temperatura interna).

Ultimo aggiornamento: 2013-05-25 13:53

Sono una persona orribile – 2

Oggi pomeriggio stavo scaricando tutta la spesa, sbuffando come sempre. Mentre avevo parcheggiato la macchina avevo notato due tipi con la chiarissima faccia da agente immobiliare. Dopo che avevo finito di portare tutti i sacchetti alla porta, uno dei due mi fa “scusi, è vero che qui c’è un appartamento in vendita?” Io, al volo: “sì, c’era: ma è stato venduto due settimane fa”.
Ho ancora dei margini di peggioramento, visto che al ribattere del tizio “era mica di una signora…” non gli sono andato dietro, ma ho commentato “guardi, so solo che c’era il cartello vendesi e poi l’hanno tolto”. Ma le borse pesavano e io dovevo ancora andare a prendere i bimbi all’asilo.

Ultimo aggiornamento: 2013-05-24 18:10

sogni

Stanotte (quasi stamattina, a dire il vero) ho sognato che non so perché ma parlavo con beppegrillo(tm). Non erano cose che riguardavano M5S, se ben ricordo erano sì “politiche” ma di massimi sistemi. La cosa più strana però era che il vate di Sant’Ilario era insolitamente tranquillo, si stava proprio chiacchierando amabilmente.
Mi sono svegliato un minuto prima che la sveglia non suonasse (non so perché, ma segnava le due del mattino. Dovrò chiedere a Jacopo cosa fa con quella sveglia). Ci dev’essere una logica in tutto ciò, ma mi sfugge.

Ultimo aggiornamento: 2013-05-21 12:34

Informatica dilettevole e curiosa

Io ve lo dico adesso, così non potete dire che non lo sapevate. Mercoledì 29 alle 16 sarò a Informatica qui a Milano (in via Comelico) a tenere un seminario dal titolo come questo titolo. Il seminario è pubblico: sapevatelo :-)
Aggiornamento: le slide annotate del seminario le trovate qui.

Ultimo aggiornamento: 2013-05-20 07:00

una storiella

Ora vi racconto una storiella.
C’era una volta un certo Gino Cerutti, tipicamente noto solo ai suoi amici del bar sotto casa (a Milano, in zona Giambellino), che inopinatamente entrò in consiglio regionale lombardo, causa dimissioni di chi era davanti a lui in lista ed era stato eletto. Il consiglier Cerutti si affrettò a presentare un’interpellanza consiliare, chiedendo se il Pirellone intendesse prendere una qualche azione per verificare l’eventuale presenza di rettiliani intrufolatisi nel territorio regionale con non meglio identificati fini. L’interpellanza fu rapidamente archiviata, ma qualcuno ne parlò su Twitter e sbertucciò il consiglier Cerutti, che rispose ben più che per le rime, forse pensando di essere tra gli amici del bar. La nota testata Becero e il superblog Rovistando ripigliarono la diatriba in rete, nel loro solito modo. Qualcuno aggiornò poi la voce a lui dedicata su Wikipedia: essendo quella polemica la cosa per cui era maggiormente noto, e poiché probabilmente il tipo non era un suo sfegatato fan, ci andò giù un po’ pesante.
Il consiglier Cerutti non fu affatto felice della cosa, e dopo qualche tentativo di cancellare le frasi – prontamente rimesse in linea da altri wikipediani – iniziò a far scrivere dal suo avvocato a tutto ciò che poteva avere una sia pur tenue affinità con Wikipedia, a partire dalla Wikimedia Foundation in giù. I risultati formali di questa offensiva furono nulli; intanto però gli anticorpi wikipediani erano entrati in funzione e il testo della voce risultava più neutro. Malauguratamente per il consiglier Cerutti i collegamenti agli articoli di Becero e Rovistando continuavano a essere presenti insieme alle fonti. Non è dato di sapere se il consiglier Cerutti abbia querelato gli autori dei due articoli (nel qual caso probabilmente i collegamenti verrebbero oscurati, spiegandone il motivo, fino a che la vicenda giudiziaria non giungesse a termine). Quello che è dato sapere è che mi ha scritto che intende procedere contro di me in quanto rappresentante italiano di Wikipedia.
Inutile aggiungere che – tranne per la parte che riguarda me – fatti e personaggi di questa storiella sono completamente inventati. Un po’ più utile forse segnalare che la voce su Gino Cerutti è liberamente modificabile da chiunque, e che io non ho mai apportato alcuna modifica ad essa. Ricordatevi di portarmi le arance a tempo debito, e abbiate pazienza se questo post non è commentabile.

Ultimo aggiornamento: 2013-05-09 07:00

il giorno che conobbi Andreotti

Che Giulio Andreotti fosse molto malato da un bel po’ era noto a chiunque avesse un minimo di attenzione. Dopo il congelamento in diretta televisiva non solo non era più apparso in televisione, ma anche le interviste sui giornali erano cessate: arrivava giusto qualche articolo in occasione del suo compleanno. La prova del nove è stata non vederlo votare per il presidente della Repubblica. (Già che ci siamo: anche Ciampi dev’essere più di là che di qua, per la stessa ragione).
Torniamo indietro di quasi vent’anni. Doveva essere il settembre 1995: una mia collega e amica romana si sposava, e io ero invitato al matrimonio, e già che c’ero facevo l’organista. La chiesa aveva una conformazione un po’ strana: per la precisione la console dell’organo era in una saletta separata dalla navata principale. Potevo vedere il celebrante, il gruppetto con le chitarre che era vicino all’altare, gli sposi :-), ma non i partecipanti alla funzione. Io non sono capace a starmene fermo: così, nei momenti in cui non mi toccava suonare, mi alzavo a sgranchire le gambe. A un certo punto, un po’ prima della comunione, mi avventuro fino alla navata, e vedo due persone piuttosto anziane sedute nelle prime file, anche se di lato. Toh, penso, quel tipo lì somiglia ad Andreotti. Il pensiero dura quel mezzo secondo, poi me ne ritorno alla mia posizione riservata e continuo a suonare.
Termina la messa, e prima di andare al rinfresco ce ne stiamo tutti fuori sul sagrato. Tenete conto che non è che conoscessi chissà quanta gente, a parte la sposa e i suoi genitori: c’era giusto un mio collega torinese sceso all’Urbe insieme a me, e il celebrante, con cui io e la sposa avevamo anche collaborato per un progetto di lavoro (nostro: nulla che c’entrasse con la religione). Me ne sto lì per un po’ con la mia solita aria “che cavolo ci faccio qui?” e a un certo punto vado a salutare il prete. Lui mi vede, e raggiante mi fa “Ciao Maurizio! Aspetta che ti presento il senatore Andreotti e sua moglie!”
Non saprei dire che faccia io abbia fatto, spero di essermi contenuto: ho salutato, stretto la mano, e via. Durante il rinfresco, che era all’aperto, a un certo punto però sono andato a chiedere alla sposa come mai ci fosse: la risposta è stata “ah, è un caro amico dei genitori di mio marito…”. Il mio commento è stato un altro “ah”. Per la cronaca, era già sotto processo per mafia e fuori dai giochi politici ufficiali: però tre-quattro persone di scorta, molto discrete in effetti, c’erano. In realtà non ho più scambiato una parola con lui: non avevo nulla da dire, e non esisteva nemmeno Wikipedia per dire “scusi, posso scattarle una foto per l’enciclopedia libera?” Ad ogni modo per il momento è l’unico PresConsMin di cui posso dire “l’ho conosciuto di persona” :-)

Ultimo aggiornamento: 2013-05-06 13:35