Qualche mese ma mi ero iscritto a un MOOC, “Write Like Mozart: An Introduction to Classical Music Composition”, che è iniziato martedì. Ieri sera ho preso una decisione: disiscrivermi.
Il corso richiedeva da 5 a 8 ore la settimana per sei settimane. Non avrei avuto tempo per farlo seriamente, e allora tanto vale darci un taglio da subito. Sto invecchiando.
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processi mentali a compartimenti stagni
Ogni settimana (se ci ricordiamo di portarli a scuola…) i miei bimbi prendono un libro della bibliotechina di classe. Il giorno deputato per Jacopo è martedì, quello di Cecilia giovedì. Il libro si mette in una sacchetta di cotone, con etichetta colorata e nome del bimbo.
Tra feste e vacanze di Natale, era quasi un mese che non riportavamo i libri: ieri sera ho pertanto preso il libro e la sacchetta, li ho messi nella mia borsa e stamattina li ho portati all’asilo. Quando sono arrivato, mi è venuto in mente che il libro era effettivamente quello di Cecilia, ma la sacchetta era quella di Jacopo.
Che è successo? Con ogni probabilità, ho dovuto attivare una certa zona del cervello per ricordare qual era il libro di Cecilia; ma ho preso la sacchetta muovendomi di default e “pensando” che ieri era era il primo giorno della settimana, quindi quello per Jacopo.
O più semplicemente sto diventando ancora più fuso del solito.
Ultimo aggiornamento: 2015-01-08 11:05
auto(de)referenzialità
Ho appena cancellato una voce da Wikipedia in lingua italiana: motivo, “contenuto palesemente non enciclopedico oppure promozionale, o CV”. La voce era https://it.wikipedia.org/wiki/Maurizio_Codogno_(informatico). Sì, era una voce su di me. Chiunque sia stato a fare il lavoro – le modifiche sono di un utente anonimo, quindi non ho nessuna idea di chi sia stato – l’ha fatto molto bene, prendendo la mia biografia in formato wiki, modificando le altre voci dell’enciclopedia che fanno il mio nome, e aggiungendola persino alla pagina [[Wikipedia:Novità]] di cui non conoscevo neppure l’esistenza.
(Ora per la cronaca ha chiesto il reintegro della pagina in questione)
Tralasciando che non sono una persona così famosa che Wikipedia debba avere una voce su di me e che io non ho nessuna intenzione di averla, la sua stessa esistenza mi impedirebbe di fare il sysop, per chiaro conflitto di interessi. Come farei a spiegare a X perché ho cancellato la voce su di lui, quando ce n’è una su di me?
E poi: “informatico”?
Ultimo aggiornamento: 2014-12-26 14:32
Io e Tre
A metà settembre ricevo un avviso di raccomandata non consegnata (non da Posteitaliane, ma da uno dei millanta operatori di dopo la liberalizazione. Vado a ritirare la raccomandata, e scopro che è inviata da una società di recupero crediti di Tre Italia, che mi intima di pagare 650 euro circa di traffico telefonico. Mi attacco al telefono e scopro che a ottobre 2013 (cioè undici mesi prima dell’unica comunicazione da me ricevuta) qualcuno ha preso tre utenze telefoniche dando i miei dati anagrafici. La prima cosa che faccio è andare in commissariato, sporgere denuncia di furto d’identità e inviare denuncia e tutto a loro, chiedendo nel contempo di avere accesso ai miei “dati personali” in loro possesso (chi ha fatto questi abbonamenti avrà bene dovuto firmare qualcosa, no?)
Ieri (cioè tre mesi dopo il primo scambio) mi telefonano direttamente da Tre. Ripeto tutta la storia, e il tipo mi fa “ma non le hanno dato un numero di Tre da contattare?” Io “no, ho mandato la documentazione via raccomandata all’indirizzo indicato nella missiva da me ricevuta, e ho anticipato il tutto per fax”. “Eh no, deve chiamare questo numero verde”. Poi aggiunge “Nella richiesta di attivazione è indicato un conto corrente che finisce per xyz. È il suo?” (No, ovviamente non è il mio: che domande). A questo giro mi hanno dato un altro numero di fax a cui spedire la domanda ufficiale di disconoscimento (“Guardi che ci sono delle conseguenze penali se dichiara il falso!” Se vi ho detto che ho sporto denuncia, volete che non sappia che se ho detto il falso la polizia non ci mette nulla ad arrivare da me?).
Ricapitolando: Tre ha fatto delle attivazioni di numero (due prepagati e un abbonamento) senza avere un documento d’identità ma solo una serie di dati. Questi dati comprendevano un numero di conto corrente probabilmente inesistente. Ci hanno messo undici mesi ad accorgersi della cosa. (L’alternativa è che per i primi mesi abbiano pagato e poi abbiano chiuso il conto: improbabile). Quando gli arriva una roba ufficiale di risposta, manco sanno dove metterla e ci mettono tre mesi per accorgersene. Bene. Pensate a cosa sarebbe successo se quelle utenze telefoniche fossero state intercettate in chissà quale inchiesta – che poi magari lo sono state ma l’inchiesta è ancora in corso e quindi non ne so nulla. Bello, vero?
Ah: no, non mi hanno mai detto quali sono i miei dati personali in loro possesso.
Aggiornamento: (19 dicembre) Mi è arrivata comunicazione – telefonica e per email – che “la segnalazione di disconoscimento […] e’ stata gestita con successo”. Speremm.
Ultimo aggiornamento: 2014-12-19 16:05
ma che avreste voluto?
Amazon, a parte la mia recensione di Matematica in pausa caffè, ne ha altre due pessime.
Leggendo la recensione di “roberto”, è indubbio che è colpa mia se nella prima formula, quella della prova del nove, c’è un errore nel prodotto. No, la mia bozza aveva il prodotto corretto, ed è stato il grafico a rifare il disegno sbagliando a copiare i numeri: ma anche se avevo solo una serata per controllare le figure avrei comunque dovuto farlo, e non fidarmi. Essere tacciato di superficialità per un libro che è nato per raccontare «quello di cui parlereste mentre prendete un caffè con un amico» (è scritto sulla quarta di copertina) mi pare però parecchio buffo. Detto tra noi, poi, Anche tu matematico mi ha deluso. (Per Devlin, invece, il mio giudizio Dove va la matematica è estremamente positivo, mentre su Il linguaggio della matematica ho dei dubbi: ma sicuramente nessuno dei due libri è matematica pop)
Ma quella che mi è sconcertata di più è la recensione di “GaBe”, che posso citare nella sua interezza viste le dimensioni davvero ridotte: «Da appassionato della materia (e dell’autore che seguo costantemente in rete) mi aspettavo di più: anche per me il passaggio da blog a libro va ponderato maggiormente.» Vabbè, non è un segreto che quando mi è stato chiesto di scrivere questo libro la consegna è stata “Fa’ tanti pezzettini brevi da blog” – il che di nuovo ha un senso pensando alle chiacchierate da macchinetta del caffè, quando non è che ti puoi fermare più di tanto a chiacchierare. La domanda a questo punto è chiara: “Ma cosa avrei dovuto scrivere in un libro (di matematica)?”
Evidentemente la domanda non è poi così campata in aria, tanto che c’è persino chi mi ha detto che il testo è troppo difficile, e questo sì che mi ha davvero preoccupato. E voi – sia che abbiate letto il libro e quindi abbiate un’idea precisa, sia che non l’abbiate letto ma abbiate comunque un’idea di che libro vorreste – che mi dite? Almeno qui su un blog c’è la possibilità di un contraddittorio…
Ultimo aggiornamento: 2014-12-16 15:49
Cuore di babbo
SAS
Sono a un corso SAS (non chiedetemi perché, non l’ho mica capito). Ho scoperto che per scendere alle aule occorre un badge per entrare nella zona comune – fin qui nulla di strano – ma poi si deve per forza prendere un ascensore… di nuovo con il badge. Non è un po’ esagerato?
Ultimo aggiornamento: 2014-12-01 12:59
l’accorciamento dei libri
aNobii mi fornisce una serie di statistiche sui libri che ho letto nel corso degli anni (beh, di quasi tutti: gli ebook che non hanno codice ISBN non possono essere inseriti nel sito, quindi negli anni passati ne ho perso qualcuno).
Ormai sono passati i bei tempi dal 2007 al 2011, quando i gemelli non erano ancora nati o comunque non interagivano più di tanto e io leggevo dai 70 agli 80 libri; il 2012 ha visto un totale di 60, il 2013 46 (ma Goodread dice rispettivamente 61 e 50, lì sono più di bocca larga), anche se è vero che quest’anno segna un leggero miglioramento essendo già arrivato a 53 libri. Però il numero di libri letti non dice nulla! Tralasciando il banale fatto che un romanzetto si legge più in fretta di un saggio, una metrica forse un po’ meno grossolana del numero di libri letti è quella del numero di pagine lette. Beh, stante il fatto che gestendo #altramatematica ho avuto per le mani un congruo numero di libri piccini, le 21314 pagine del 2008 per 86 libri, quest’anno sono diventate 11478 per 53 libri: da 248 a 217 pagine in media. (sì, leggo ancora anche dei libri lunghi)
Quello che mi chiedo è se questa è una tendenza solo mia o generale. Immagino che i miei ventun lettori facciano parte dello sparuto numero di “lettori forti” italiani, e quindi possano essere un campione statistico interessante; non sono interessato a chi in un anno legge forse un libro se ci sono abbastanza figure. Che mi dite?
Ultimo aggiornamento: 2014-11-07 16:30