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Posta a mano

Ieri mattina sono tornato in ufficio, e ho recuperato la posta per IT Telecom che come sempre viene lasciata sulla guardiola fino a che qualche anima gentile la porta su. Mi sono trovato anche la cartolina che avevo spedito ai colleghi due settimane prima: averlo saputo, me la portavo a mano.

Ultimo aggiornamento: 2003-12-12 10:28

Effetto trenino

Non so se ve ne foste mai accorti: era una cosa degli anni ’80. A quei tempi c’era stato un forte incremento nella vendita di trenini elettrici, quelli con il plastico e tutto. Tecnicamente venivano regalati ai bambini dai loro genitori, ma non è che fossero stati richiesti dai piccoli: erano i grandi che avrebbero voluto averlo loro da piccoli, e sfruttavano la scusa del regalo per giocarci loro: se andava bene assieme ai figli, altrimenti da soli, magari vietando loro di “far male le cose”.
In questi giorni io e Anna abbiamo visto ancora una volta come l’effetto trenino sia sempre presente tra la gente: spesso i regali non si fanno pensando a chi li riceve, ma a chi li fa. Nulla di cattivo, è proprio un modo di vedere le cose.

Ultimo aggiornamento: 2003-11-11 11:14

prenòtati il pruché!

Ieri sera sono arrivato a casa relativamente presto – alle 18:35, non crediate chissà cosa! – e avevo pensato di andare finalmente dal barbiere, così Anna l’avrebbe smessa di lamentarsi della mia zazzera. Vedo che è praticamente vuoto, entro, e il barbiere mi fa “Lei vorrebbe farsi tagliare i capelli? guardi che non posso, perché io lavoro solo su appuntamento, e ho ancora altri due clienti prima di chiudere”.
Oggettivamente mi sembra una cosa logica, intendiamoci. Però ammetto di essere rimasto un po’ basito.

Ultimo aggiornamento: 2003-11-06 10:45

telefonino

IT Telecom ha aggiornato le condizioni con cui io posso utilizzare il telefonino aziendale. Fino ad ora, il telefono era in comodato gratuito, e potevo usarlo per telefonate personali solo preponendo il numero magico 46 alle chiamate, in modo che mi venisse fatturato personalmente. Ho un pacco di fatture TIM, in effetti.
Adesso invece ho un canone mensile (6.46 € più IVA) e in compenso posso chiamare chi voglio fino a 20000 scatti l’anno. Non so cosa sia uno scatto, ma non importa.
Aggiornamento: “uno scatto” vale l’equivalente di 127 lire. È ovvio che è una tariffa fittizia: tanto per dire, lo “scatto alla risposta” vale l’equivalente di 200 lire. Ho come il sospetto che il fatto di parlare di scatti e non di euro sia un utile artificio per sfuggire tra le maglie della legge: così non si parla di soldi…

Ultimo aggiornamento: 2003-11-05 12:42

Ciclisti trasparenti

Stamattina sono uscito un quarto d’ora dopo – una tragedia anche in bicicletta, via Carducci è impercorribile.
Ma la cosa più strana mi è capitata al semaforo tra l’Alzaia Naviglio Pavese e la circonvallazione. Ero fermo tra due macchine (quella di destra doveva svoltare, quindi non mi sono messo a tagliarle la strada) e c’era una donna che stava chiedendo la carità alle macchine ferme al semaforo. Mi è passata davanti senza degnarmi di uno sguardo.
È proprio vero che noi ciclisti non esistiamo.

Ultimo aggiornamento: 2003-11-04 12:50

viaggio in treno

Ieri nel tardo pomeriggio dovevo essere a Monza, centro città. Ho pensato a cosa sarebbe significato andare da Milano a Monza nell’ora di punta, ho pensato che non dovevo portare nulla, e così mi sono detto “Perché non andare in treno?” A quell’ora ce n’è uno ogni quarto d’ora, e in diciassette minuti vado da Porta Garibaldi a Monza.
Bene, prendo la bicicletta e la lascio in stazione. Poi vado a fare il biglietto: mi presento all’edicola e vedo che il tipo davanti a me – che voleva anche lui un biglietto per Monza – se ne va con le pive nel sacco perché sono finiti. Torno indietro alle emettitrici di biglietti: sono due, ed entrambe non possono “momentaneamente” emettere biglietti. Guardo la coda alla biglietteria, venti persone per uno sportello. Provo a cercare un’altra edicola, la trovo, chiedo un biglietto chilometrico per Monza. “Li abbiamo finiti, però le posso dare questo”, e mi dà un coso arancione della SAL s.r.l. – Lecco, “biglietto di corsa semplice – treno+bus”, autolinea Oggiono-Milano. Boh, prendo, corro al binario 15 dove sta per partire un treno per Chiasso, chiedo alla controllora “Questo treno ferma a Monza?” e alla risposta affermativa proseguo “E questo biglietto va bene?” La tipa lo guarda e dice di sì. “Bene, dove lo timbro?” “Ah, la macchinetta era nel sottopassaggio….” Alla fine, impietosita, me lo oblitera a mano.
Tutto semplice, vero?
PS: il biglietto che ho comprato costa 1.45 €. Quello del treno è da 1.50, mentre il bus Milano Centrale-Monza costa 1.40. Misteri dell’unificazione.

Ultimo aggiornamento: 2003-11-04 12:43

Cecità selettiva

Ieri sono andato in ufficio più tardi, verso le 10:30. Arrivato con la metro a Famagosta, sento uno che fa “compro biglietti!”. Passato con il bus intercomunale davanti al Forum di Assago, vedo un gruppetto di persone, una delle quali con un cartello con su pennellato “cerco biglietto”. Bene, dico, ci sarà qualche manifestazione. Guardo sui due giornali gratuiti cosa c’è, e non leggo nulla. Strano, penso. La sera chiedo ad Anna se sapesse chi si era esibito: lei risponde di no. Oggi, poi, mi fa “ah, ho sentito il giornale radio: ieri c’è stato Robbie Williams”.
Io sono ragionevolmente convinto che la notizia fosse presente con titoloni vari anche nei miei due giornaletti: eppure non l’ho vista. Sarà qualcosa di grave?

Ultimo aggiornamento: 2003-11-01 16:50

Vestirsi non è facile

Stamattina prendo dall’armadio un paio di pantaloni di lana, seguendo il mio algoritmo round robin (traduzione per gli informatici: FIFO. Traduzione per gli altri: metto i pantaloni stirati a destra e prendo sempre il primo a sinistra). Anna li guarda e mi dice “mannò, mettili quando fa più freddo!” Al mio commento che non è poi così caldo, ribatte “sì, ma è meglio portarli quando magari piove…” e al mio controcommento che i pantaloni di lana bagnati sono tragici termina con “sì, ma è comunque meglio portarli a gennaio”.
Ora, è chiaro che non le piacciono per nulla. Ma anche ammesso che sia un problema suo, non sarebbe più semplice dire “dalli via, che non li voglio vedere”? Sì, gliel’ho detto, ma ha glissato amabilmente.
ps: stessa storia per la camicia.

Ultimo aggiornamento: 2003-10-28 10:30