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password di lavoro

Io ho accesso a una serie di server di esercizio, insomma di quelli dove passa il traffico messaggistico vero (non quello TIM, lo dico subito). Dopo tutto il casino di Tavaroli&Friends, sono state definite una serie di misure di sicurezza che permettono di sapere sempre chi sta facendo cosa. Tra queste misure ci sono anche quelle relative alla password, che deve essere cambiata ogni tre mesi.
L’ultima volta mi sono dimenticato di cambiare password in tempo, e per sbloccare gli accessi ho dovuto sottostare a una procedura assolutamente incredibile, col mio capo che doveva spergiurare che io sono un bravo ragazzo. Stavolta mi sono fatto furbo, e mi sono messo un allarme di Google Calendar. Oggi mi sono così accinto a cambiare la password sui tredici sistemi: il concetto di password condivisa non è ancora entrato nel sistema operativo di questi computer. In compenso la quantità di vincoli sul formato della password è favolosa: deve essere esattamente di 8 caratteri, deve avere almeno un carattere alfabetico, uno numerico e uno speciale (ma non virgola, due punti o virgolette) e non deve essere “nello storico”. Il guaio è che la definizione di “storico” è modernissima: se la mia vecchia password è “pip11.po”, infatti, la password “pip12.po” non può essere usata. Mi ci sono voluti otto tentativi (più tutte le volte che scrivevo “passwd” e non “password” per trovarne una utilizzabile e che potessi ricordarmi senza tatuarmela su un braccio.
E il meglio è che io non ho mai operato su questi sistemi: l’unica cosa che faccio è cambiare la mia password.

Ultimo aggiornamento: 2008-10-13 14:40

Oggi assemblea!

Non è esattamente il miglior periodo per fare un’assemblea in Telecom Italia, visto cosa sta succedendo alle azioni. Però c’era stato un (mezzo) accordo tra azienda e sindacato per le 5000 persone da far fuori – gli “esuberi”, come ormai si dice, forse perché la parola assomiglia a “esondazione”, e quindi sono iniziate le assemblee per votare sul (mezzo) accordo.
Perché “mezzo”? Perché – ammetto di non essermene accorto – la SLC-CGIL non ha firmato la parte dell’accordo relativo al piano industriale; e in effetti ieri mi era arrivato un comunicato Fistel-CISL che si lamentava con i colleghi dell’altra parrocchia. Bisogna dire che mi sono piacevolmente stupito del fatto che nonostante tutto abbiano messo in piedi un’assemblea unitaria e i sindacalisti delle due sigle non si siano picchiati nemmeno metaforicamente, limitandosi a riconoscere le differenze e a presentare il proprio punto di vista. In Italia è ormai diventata una cosa così rara da essere incredibile. Altro stupore l’ho avuto notando che la partecipazione era piuttosto alta, anche se mi sa che sia legata alla paura di cosa possa accadere. L’età media è semre quel che è, considerando che un riferimento a Catalano per un’ovvietà è stato tranquillamente compreso dai presenti, ma quello lo si sa già.
Dopo una non-votazione (non ho esattamente capito cosa sia successo, una “approvazione vocale con alzata di mano”?) ce ne siamo tornati in ufficio: non so bene cosa avesse fatto col suo badge il tipo che era uscito, ma ci siamo visti abbassarsi la serranda che chiude l’ingresso alla nostra sede. Sì, in attesa che la receptionist capisse che fare abbiamo fatto il giro dalla rampa per il cortile: resta il tatto che continuo a trovarmi davanti brutti presagi.

Ultimo aggiornamento: 2008-10-09 11:50

ok, non è giornata

Tornato a casa, ho deciso di passare in posta a pagare la TARSU per la casa di Torino. A dire il vero sui bollettini c’era scritto che avrei anche potuto usare i bancomat Unicredit, indicando “altri pagamenti”; la scorsa settimana ci avevo provato, e il risultato era stato assolutamente nullo. Immagino avessero altro cui pensare.
Entro nell’ufficio, schiaccio il pulsante per avere il numerino, e il numerino si incastra. Rischiaccio il pulsante: nulla. Vabbè, mi dico, casualmente ho in tasca delle pinze pieghevoli (uno dei tanti miei acquisti compulsivi alla LIDL: non sto a spiegarvi perché me l’ero dimenticate in tasca) ed estraggo il biglietto.
Arrivo allo sportello, stacco il bollettino giusto, che mi sa che venerdì si era preso un po’ d’acqua assieme a me; l’impiegato lo mette nella macchina, e si inceppa. Al quarto tentativo, mentre io cercavo timidamente di dire “ma magari posso compilarne uno in bianco”, finalmente riesce a passare: la mia ricevuta è un po’ strappata, ma amen.
Ah, lo sapevate che dal primo ottobre il costo di un bollettino è passato a un euro e 10? In pratica, dal primo gennaio 2002 (77 centesimi, la conversione delle 1500 lire precedenti) abbiamo avuto un aumento del 42.8%. In effetti Posteitaliane non sembra essersi lamentata della crisi finanziaria.

Ultimo aggiornamento: 2008-10-06 18:14

Crisi bancaria

Dopo essermi salassato in farmacia – salasso metaforico al portafoglio, prima che qualcuno pensi a chissà che – sono andato a prelevare un po’ di denaro al bancomat. Su tre banche che ho provato, la prima mi ha subito detto “non abbiamo contanti”; la seconda mi ha fatto attendere un minuto prima di dire “non c’è collegamento”; la terza aveva ancora la schermata “no connection”.
Comincio a preoccuparmi.

Ultimo aggiornamento: 2008-10-06 13:17

Remo contro Brunetta

Il MINIstro Renato Brunetta continua a dire che le assenze per malattia nel pubblico servizio seguono il trend di cui avevo parlato a suo tempo, e quindi per marzo 2009 non ci saranno più assenze.
Io non sono un dipendente pubblico, ma è già la seconda volta quest’anno che non sto bene. Stavolta deve essere colpa dell’inzuppata di venerdì (e non avevo nemmeno la bici!), seguita dal dover uscire ieri pomeriggio per la riunione del direttivo Wikimedia e ieri sera per guadagnare punti moglie andando al cinema. Al momento ho qualche linea di febbre, ma soprattutto la testa piena di catarro, che tanto posto ce n’è.
Non aspettatevi insomma troppi aggiornamenti.
Aggiornamento: (13 ottobre) Caro amicone che scrivi da un computer dell’università di Macerata: capisco che sei in modo write-only, altrimenti ti saresti magari accorto che i tuoi messaggi non appaiono. Quindi non ti dico i leggere qua.

Ultimo aggiornamento: 2008-10-05 16:38

Tempismo perfetto

Stamattina sono uscito da casa e piovigginava appena. Visto che a pranzo dovrei passare in via Washington a recuperare la roba che avevamo dimenticato a Usseglio il mese scorso (è una lunga storia), ho deciso di non prendere comunque la bici. Arrivato alla metro, ho provato a comprare il biglietto in edicola ma c’era uno che sembrava essere arrivato al paese dei balocchi cartacei, così dopo un po’ sono passato all’emettitrice automatica per fare il giornaliero. I trenta secondi persi in attesa mi hanno fatto saltare una corsa della gialla, con effetto domino sulla verde e la rossa. Sono così risalito in superficie mentre stava diluviando. Nei quattrocento metri dalla fermata all’ufficio mi sono letteralmente inzuppato pantaloni e scarpe.
E adesso è spuntato il sole.

Ultimo aggiornamento: 2008-10-03 09:16

qualcuno ha visto la mia chiavetta USB?

Doveva capitare, prima o poi. Ho perso la mia chiavetta USB, quella che tenevo nel mazzo di chiavi di casa, e che mi si è sfilata non so quante volte. Me ne sono accorto oggi pomeriggio prima di uscire dall’ufficio: può essere rimasta in largo Augusto, piazza Argentina o via Padova, ma ormai la probabilità di trovarla è nulla.
Non che ci avessi dentro nulla di importante né di compromettente, visto che il suo uso era portare da una parte all’altra dei file: però rimane una scocciatura. Qualcuno sa i prezzi attuali di una 4GB? Offerte a Milano?
Aggiornamento: (30 settembre) per i curiosi, mi sono preso la confezione di tre chiavette Emtec da 4 GB, in offerta a 30 euro da Euronics; una l’ho rivenduta a un collega, una la sto usando e la terza me la tengo da parte per quando perderò la seconda :-)

Ultimo aggiornamento: 2008-09-29 19:34

Mi sembra di essere tornato ai bei vecchi tempi

(notiziola lunga e nemmeno interessante. Al limite può valere qualcosa l’ultimo paragrafo, ma solo se siete davvero miei fan sfegatati: altrimenti saltate pure)
Giovedì scorso mi arriva una richiesta di contatto via LinkedIn. La richiesta però non era di contatto: eccovela qua, depurata da tutti i dati personali del tipo (o della tipa) in questione.
—— inizio —–
Anche se non ci conosciamo ti contatto per un problema su Wikipedia. Collaboro con X (sito di X) con finalità identiche a Y. Avendo questa una pagina Wiki, ci è sembrato corretto che X avesse una pagina, ma è bloccata. Quando X nacque, qualcuno salvò una pagina con una sola frase, che fu cancellata. Quando inserimmo una descrizione un moderatore ritenne questo un modo per pubblicizzarsi e la bloccò, il fantomatico [nickname] che la blocco’ è scomparso e ci troviamo nella situazione in cui ci sono informazioni su OkQuack, ma non su X, che non ha niente di diverso nello spirito da Y e Z già presenti su Wikipedia. Cosa ritieni si possa fare?
—— fine —–
Ho risposto così:
—— inizio —–
Premesso che dal mio punto di vista è più importante avere una voce su OkQuack (non scherzo: se voglio trovare qualcosa su X faccio una ricerca e trovo il sito con tutte le informazioni: se voglio qualcosa su OkQuack?) e che usare Linkedin per fare queste domande non mi pare affatto una buona idea, non è che abbia da dire cose molto diverse da quanto scritto in http://it.wikipedia.org/wiki/Aiuto:Voci_cancellate :
– iniziare a scrivere *la pagina di discussione* spiegando perché una voce su X potrebbe (non *dovrebbe*) avere diritto di esistenza in it.wiki; (scrivere come utente registrato, non come anonimo, e indicando subito di essere una parte interessata)
– scrivere la voce nella maniera più simile a quella di Y e Z
– essere pronto a spiegare le proprie ragioni ma anche ad ascoltare le ragioni altrui
– ricordarsi che it.wiki non è la Guida Monaci del XXI secolo. D’altra parte, non esiste nemmeno una voce su Maurizio Codogno, anche se qualcosa di enciclopedico l’avrei anche fatto. (No, esiste una voce, ma è un mio omonimo)
—— fine —–
Sì, sono un Bastardo Inside™. Ma voi lo sapevate già. Probabilmente la tipa (o il tipo) pensava invece a una risposta del tipo “non preoccuparti, metto tutto a posto e X apparirà in tutta la sua gloria”: risposta che non ci sarebbe stata nemmeno se io non fossi Bastardo Inside™. Tant’è che mi è arrivato prima questo messaggio:
—— inizio —–
Non entro nel merito della risposta, per non fare polemica e inutile sarcasmo sulla “scientificità” di Wikipedia in italiano.
Dico solo che l’uso di Linkedin è dovuto al fatto che NESSUN cosidetto “amministratore” o “moderatore” di Wikipedia si è mai degnato di dare una risposta a me o agli altri, quando invece riceviamo risposte immediate da parte di Senatori e Ministri (che sono sicuramente più importanti e influenti di qualche anonimo [nickname] o di qualche OkQuack) e questo la dice lunga sull’educazione e il livello culturale degli stessi.
—— fine —–
e poco dopo un suo pippone che parte con “tanto per fare un esempio” e prosegue copincollando questo articolo (“Wikipedia: enciclopedia universale o miniera di errori?” di Gino Roncaglia, del febbraio 2007). Immagino che non mi credesse capace di cliccare su un link e quindi mi ha gentilmente inviato il testo.
Devo dire che è confortante sapere che c’è gente che pur ricevendo “risposte immediate da parte di Senatori e Ministri” si preoccupa così tanto delle pessime condizioni in cui versa Wikipedia. Vuol dire che vogliono proprio bene all’enciclopedia, e sarebbero pronti a metterci del loro per migliorarla: occhei, solo in una parte molto limitata, ma in fin dei conti è quella che conoscono meglio, no? Ma non è questo il punto che mi interessa. L’amico/a, e voi tutti, avete il diritto di far sapere a chiunque che Wikipedia fa schifo e che è governata da una manica di fascistoidi e/o comunistoidi: ci mancherebbe altro. Ma la parte davvero divertente è vedere come ci sia gente che per dimostrare la propria importanza mette giù come nulla fosse le proprie “conoscenze altolocate”. Il mio amico/a non lo sa, ma mi ha fatto ritornare ai ruggenti anni ’90 e ai newsgroup, con i professoroni universitari che si lamentavano perché “il loro newsgroup” non era stato creato (perché i “voti per la creazione” erano stati spediti tutti dallo stesso PC…). Pensavo che cose del genere non capitassero più, o comunque che non arrivassero più a me, e invece no. La mamma dei complottisti è sempre incinta.

Ultimo aggiornamento: 2008-09-28 08:00