Nel turbinio di disinvestimenti immobiliari necessari per racimolare i soldi per comprare casa nuova, sto vendendo la mia vecchia abitazione torinese. Peccato che quel simpaticone del nostro agente immobiliare non solo non si sia accorto che non avevo mai indicato a catasto la modifica di alcuni muri interni (avevo fatto a suo tempo la DIA e pensavo bastasse… ma non era così, colpa mia) ma si sia dimenticato di avvisarci che il compratore aveva dei problemi con la banca e quindi dovevamo fare la modifica.
Venerdì ho così preso mezza giornata di permesso, sono salito su un treno a un’ora invereconda, e sono arrivato a Torino, scoprendo che la stazione di Porta Susa Sotterranea è puramente teorica, visto che l’unico modo per uscire sembra essere tornare indietro alla vecchia stazione. Arrivato col geometra in catasto, ci siamo intrufolati in una serie di corridoi nel sottotetto dove ci saremmo tranquillamente potuti prendere tutti i documenti cartacei ivi presenti, siamo arrivati dal funzionario a cui abbiamo dato i fogli in doppia copia… e il floppy disk con la versione elettronica. Il tipo guarda, medita e poi ci dice “non vi posso accettare la modifica: non c’è scritto a che piano è la soffitta”. Facciamo notare che era sempre stato scritto “sottotetto”, e ci viene risposto “adesso le cose sono cambiate. Vado giù a chiedere.” Dopo qualche minuto ritorna dicendo “Andate giù dal mio capo, ho parlato con lui e lui può accettare la modifica”. Scendiamo, aspettiamo che l’altro funzionario rientri in ufficio, e scopriamo il nuovo piccolo problema: il suo pc è piu moderno, e non ha il lettore floppy. Bene: abbiamo perso tre quarti d’ora per scoprire dov’era il lettore floppy portatile che a quanto pare viene usato per queste incombenze pur di evitare di aggiornare quelli vecchi e scassati e ammettere l’uso di una chiavetta USB.
Intanto ero sceso per fare le visure dei box, scoprendo che non potevo fare piu di cinque richieste per volta (amen, ho fatto le due+due che mi servivano subito) e che la tipa non stava a sentire quello che le dicevo, che cioè doveva leggersi gli atti notarili che le avevo lasciato visto che non le risultava fossero miei. Almeno quelle però non le ho pagate. Risultato: una ennesima perdita di tempo e snervatura; ed è andata ancora bene che i treni da Torino a Milano avevano mezz’ora di ritardo, così sono riuscito a prendere quello teoricamente delle 11:59 nonostante pur scapicollandomi sono arrivato in stazione a mezzogiorno spaccato. Non so se arrivo al panettone a continuare così.
(vedi anche la mia vignetta…)
Ultimo aggiornamento: 2009-11-23 07:00