Archivi categoria: informatica e AI

il nuovo gadget

Tanto per spendere otto euro e novanta, mi sono comprato uno scatolotto che fa la conversione USB-IRDA: insomma un modo per connettersi via infrarossi al PC. La cosa è meno stupida di quanto possa sembrare a prima vista: in ufficio ho un desktop, senza porta infrarossi; a casa il PC di Anna non ce l’ha e sul mio non funziona più, quindi avevo dei problemi a copiare i dati dal mio Zaurus.
La cosa più strana è che, per la prima volta da un bel pezzo, ho dovuto utilizzare il CD di installazione. Sto iniziando a comprare cose troppo nuove?

Ultimo aggiornamento: 2006-05-19 16:52

Lo SMAU chiuso al pubblico!

Leggo oggi che Alfredo Cazzola, che per il secondo anno organizzerà lo SMAU, ha preso la grande decisione: quest’anno il salone sarà riservato agli operatori, e quindi anticipato di un giorno: sarà da mercoledì 4 a sabato 7 ottobre, nei nuovi padiglioni di Rho.
Subito l’opposizione DS si lamenta: Majorino sentenzia «È una scelta paradossale, perché al contrario, rispettando chiaramente le esigenze degli operatori, bisogna fare di tutto per rendere lo Smau ancora più fruibile e non più chiuso». Ora, non so se Majorino sia mai andato allo SMAU. Sono anni che io non ci metto più piede, proprio perché non è possibile riuscire ad avere informazioni tecniche data la massa di ragazzini in caccia di improbabili gadget. Magari questa sarà la volta buona…

Ultimo aggiornamento: 2006-05-05 12:04

Ancora sul blocco dei siti di scommesse

Alessandro Longo ci fa sapere su Repubblica (sempre sulla notizia) che Assoprovider ha fatto ricorso al Tar del Lazio contro l’obbligo per i provider di bloccare l’accesso ai siti di scommesse che non hanno pagato il pizzo, pardon l’autorizzazione, all’Azienda Autonoma Monopoli di Stato. Per la cronaca, Assoprovider è l’associazione dei “piccoli” provider, a differenza di AIIP che è quella dei “grandi”. Avevo già parlato del blocco e di quello che penso della cosa. Ciò detto, vorrei però fare notare che parlare di “blocco dell’IP”, come fa Longo, è assolutamente fuorviante. Quello che viene bloccato è il DNS (quindi il nome con cui il sito è noto, non il numero d’indirizzo, che è appunto l’IP). Se proprio vogliamo essere pignoli, il DNS viene modificato in modo che sostituisca all’indirizzo IP corrispondente al sito “cattivo” quello corrispondente all’avviso di blocco; un po’ come se il postino verificasse la città dove è spedita una lettera, e decidesse di cambiare il CAP di quelle dove il sindaco è della Lega mettendo al suo posto quello del Quirinale. E infatti, l'”espediente tecnico” accennato nell’articolo consiste semplicemente nel fare in modo che il nostro PC dica al server “no, non preoccuparti di dirmi qual è l’indirizzo di quel sito: faccio io”.
Il fatto è che invece che scrivere “blocco IP” bastava dire “blocco sui nomi dei siti di scommesse”, quindi il termine usato non è una semplificazione necessaria ma proprio un errore. Sarà stato forse fatto apposta perché l’ignaro lettore non avesse la più pallida idea di cosa è stato davvero fatto, sia mai che riuscisse ad aggirare il blocco?

Ultimo aggiornamento: 2006-04-28 22:13

Truffa nigeriano-irachena

Lo spam appena arrivatomi è il solito messaggio “devo portare via tanti soldi, se mi dai una mano te ne lascio un po’”. La cosa più divertente è il modo in cui è stato detto. Infatti il mittente sarebbe un sergente dei Marines che è stato in Iraq, e invece che scrivere esplicitamente tutta la solita solfa – sa mai che un filtro antispam se ne accorgesse – ha preferito lasciare un link a un articolo sul sito della BBC. Sì, è una notizia di tre anni fa, ma tanto se uno ci casca va bene lo stesso.
Mi rimane da scoprire se www.propagation.net, il sito da cui il messaggio è stato spedito, è o no un paradiso per gli spammer.

Ultimo aggiornamento: 2006-04-28 12:25

Google, il Garante e l’oblio

Oggi City doveva proprio aver deciso di recuperare notizie lasciate perdere per le elezioni. Perché è pur vero che il comunicato stampa del Garante per la Privacy, che è andato da Google per fargli tutelare il diritto all’oblio, è apparso ieri; ma è anche vero che Anna Masera ne parlava sulla Stampa già domenica scorsa, e non credo avesse delle talpe dal Garante.
Di cosa si parla? Beh, una donna ha digitato il proprio nome su Google e ha scoperto che tra i vari link ce n’era uno a proposito di un procedimento penale che aveva subìto e da cui secondo City era andata assolta. (Secondo la Masera, la signora era stata invece condannata, la ricerca era avvenuta la scorsa estate e l’avvenimento era di sedici anni fa; a Zeus News parlavano dell’argomento in generale a febbraio 2005; tutto questo per dire che una ricerca non dà necessariamente risultati veriteri).
Il guaio è che è un po’ duro dire che “il diritto delle persone ad essere rappresentate su Internet con informazioni esatte” si possa applicare così banalmente. Se ci si pensa su, quell’avvenimento è avvenuto, e non può essere cancellato in stile orwelliano; logica vorrebbe al limite dire “si mette un puntatore alle notizie aggiornate”, ma come si può fare il tutto in maniera automatica?
Insomma, un bel casino. Chissà che si inventeranno a Mountain View.

Ultimo aggiornamento: 2006-04-14 20:24

Google Calendar

Con un po’ di ritardo rispetto alle aspettative, è uscita la versione Google dell’agenda: la trovate a http://www.google.com/calendar (o calendar.google.com se preferite)
Da un primissimo sguardo non mi pare ci sia nulla di sensazionale, se non la possibilità di avere più agende personali – così si può dare l’accesso a sezioni diverse a persone diverse – e naturalmente l’integrazione a gmail, oltre a cosette buffe come l’agenda mobile che ti fa sempre vedere i prossimi n giorni con n che definisci tu.
Come sempre occorre avere un account google: nel caso, basta chiedere e se ne fornisce uno. E come (quasi) sempre, al momento l’interfaccia è solo in inglese. Attenzione infine alla lentezza…

Ultimo aggiornamento: 2006-04-13 15:52

abuso di blog

Se non sapete di Perl, lasciate pure perdere questo messaggio.
Non riesco a convincere HTTP::Request::Common a farmi fare una POST di un file WBXML (quindi binario e non testo). Se metto il Content-Type a qualcosa che non sia multipart/form-data, non appena trova un carattere non alfanumerico me lo converte in %xx; se metto form-data, il tutto mi viene incapsulato.
A qualcuno vengono delle idee? Nella peggiore delle ipotesi, editare Common.pm è considerato lecito.

Ultimo aggiornamento: 2006-04-05 17:35

hacker aziendali

Ieri su Repubblica (cartacea), in fondo a un articoletto che parlava dei finti appunti di Berlusconi, il lettore attento poteva scoprire che Beppe Grillo ha denunciato dal suo blog che l’Eni avrebbe oscurato il suo sito. La risposta dell’Eni, a parte avere scritto “idelogico” invece che “ideologico” – ma quello è un problema del correttore di bozze di Rep – è favolosa: «Siamo stati costretti a bloccare l’accesso a tutti i siti Internet non pertinenti l’attività lavorativa a causa dei frequenti attacchi degli hacker».
Bene. Vogliamo parlare di questi hacker che da dentro Eni attaccano i siti in giro per il mondo?
Occhei: a parte che avrebbero fatto meglio a dire “abbiamo bloccato tutto perché i dipendenti perdevano tempo a leggere il blog di Grillo”, forse volevano dire che dalle connessioni http venivano scaricati troiani a pacchi. Niente male comunque.

Ultimo aggiornamento: 2006-03-18 20:09