Archivi categoria: informatica e AI

drop.io

Se avete bisogno di uno spazio condiviso fondamentalmente anonimo – io non mi fido mai dell’anonimato in rete – potreste buttare l’occhio su drop.io. Tu puoi crearti un “drop”, vale a dire una directory “discreta” (il gioco di parole viene persino meglio in italiano: in inglese devono spiegare che è “discrete – tes, ‘ete'”) dove mettere fino a 100 MB di contenuti. Il nome della directory può essere casuale oppure se ne può scegliere uno di almeno sette lettere; e si può anche definire per quanto tempo questa directory debba esistere, anche se poi il tempo può essere prolungato a piacere. Il tutto può essere protetto – ma anche no, è a scelta del creatore – da una doppia password: per accesso e amministrazione del drop.
I file vengono poi presentati in modi diversi: è possibile scegliere la vista “blog” (dal più recente in giù), oppure “media”, quella standard, o ancora una ottimizzata per telefonini. Tra i gadget presenti nella versione attuale, che sta per essere ulteriormente migliorata, c’è ad esempio la possibilità per l’amministratore non solo di cancellare di colpo tutto ma anche di rinominare il drop, cosa che a volte fa sicuramente comodo; si può poi dare accesso al proprio drop solo in lettura o anche in aggiunta e in modifica contenuti. Il tutto infine con la certezza che i file non vengano indicizzati dai motori di ricerca. Ah: almeno negli USA puoi telefonare al tuo drop e lasciare un messaggio vocale che viene convertito in MP3. Non ho verificato se funzioni anche via Skype.
Un Vero Paranoico diffiderà sicuramente del servizio, ma secondo me ha la sua utilità!

Ultimo aggiornamento: 2008-07-25 13:26

This account is open in 1 other location

Prima il proxy dell’ufficio si era preso una pausa postprandiale, e quindi non riuscivo ad accedere a gmail. Ho tirato così fuori il telefonino per vedere cosa c’era di nuovo. Immediatamente dopo, come Murphy insegna, il proxy si è risvegliato: ho aperto la pagina e sotto la lista dei messaggi mi è apparso, bello evidenziato in giallo, l’avviso mostrato nel titolo di questa notiziola. Viene anche indicato l’IP dell’altra connessione, per la serie “se vuoi puoi andare a caccia del malfattore”.
Da un lato un avviso del genere è sicuramente utile, perché ti avvisa di quello che magari è un uso improprio del proprio account (leggi, qualcuno ti ha fregato la password); dall’altro, il pensiero che abbiano deciso di implementarlo mi fa pensare che craccare gli account gmail sia diventato uno sport abbastanza diffuso ;-( (E comunque, detto tra noi, se io proprio dovessi leggere il gmail altrui lo farei via IMAP, meno tracce lasciate)
Aggiornamento: (18:00) Come fa notare nei commenti Paolo, in generale ora è possibile sapere quali sono le ultime connessioni fatte a Gmail, di che tipo sono (web, POP, mobile…) e da che IP arrivano. Maggiori informazioni sulle pagine help di gmail.

Ultimo aggiornamento: 2008-07-14 14:21

la fine di Altavista?

Stamattina volevo capire perché un sito coreano avesse un puntatore alla mia categoria “matematica light” (poi non l’ho mica capito), quindi avevo bisogno di un traduttore automatico. Memore dei bei tempi andati, ho digitato http://babelfish.altavista.com/, e mi sono trovato un logo di Yahoo!. In effetti, la pagina mi aveva ridiretto su babelfish.yahoo.com; la cosa doveva essere piuttosto recente, visto che nella pagina c’era anche un avviso che mi assicurava che non ero stato io a sbagliare indirizzo.
Lasciatemi versare una lacrimuccia pensando a tutto il tempo trascorso. Quando il web era davvero giovane, Google non esisteva nemmeno nella fantasia di Page e Brin, e nessuno parlava ancora del Y2K bug, c’è stato un momento in cui il motore di ricerca più usato era Altavista. Per la precisione, http://altavista.digital.com, perché altavista.com era il sito non ricordo se di un’azienda di Real Estate o cos’altro, che poi ha deciso di cedere il nome a dominio probabilmente perché si era scocciata di ricevere pacchi di richieste di ricerche web. Babelfish nacque appunto come progetto della Digital, in collaborazione con Systran, e strizzando l’occhio a tutti noi che sapevamo esattamente il perché di quel nome.
Beh, ho appena verificato: il sito di altavista esiste ancora, ma è chiaro che ormai è più che altro un leftover, un dinosauro che è rimasto solo come sottomarchio (basta vedere che i risultati delle ricerche puntano tutti a http://av.rds.yahoo.com/ …). La lacrimuccia non è chiaramente per la morte di altavista, ma al pensiero di tutti gli anni che sono passati :-|

Ultimo aggiornamento: 2008-07-01 11:26

Posterous

Toh, un nuovo servizio 2.0 (immagino che sia 2.0, almeno dalle icone). L’idea dietro Posterous è che tu per l’appunto posti del materiale (lo mandi a post@posterous.com) e loro ti creano una pagina stile blog. Fin qua nulla di entusiasmante. Anche il concetto “ah, ma se tu mandi un file mp3 o un video su YouTube noi lo mostriamo in maniera intelligente” è poi chissà cosa: basta vedere tumblr, tanto per fare un esempio a caso.
Quello che alla fine potrebbe essere l’uso killer (in tutti i sensi) è la loro scelta di non richiedere necessariamente di loggarsi per creare la propria pagina. Se uno invia un messaggio, posterous risponde (per sincerarsi che l’indirizzo esista, chiedendo l’ok per la pubblicazione) e crea una pagina con un nome formato da quello del mittente e da una stringa casuale (con l’unica fregatura che l’unione è effettuata aggiungendo un carattere “_” che il mio firewall giustamente rifiuta, e quindi dall’ufficio non posso raggiungere il sito).
Supponiamo ora che io mi crei una casella email temporanea, magari di quelle a durata limitata a un giorno. Da questa casella posso inviare i brani dell’ultimo disco di miticoVasco o miticoLiga[*]; a questo punto i brani sono a disposizione di tutti, basta passare l’indirizzo web della pagina, e siamo tutti felici e contenti (tranne la SIAE, mi sa tanto).
Essendo io una persona sprezzante del pericolo e della SIAE, ho fatto una prova con un mio proprio sito: giudicate voi stessi il risultato!
[*]no, non farei mai una cosa del genere. Io voglio bene all’Internette, perché rovinarla così? Ah: miticoVasco e miticoLiga, anche se con le maiuscole messe diverse, sono scopiazzati ispirati da lui.

Ultimo aggiornamento: 2008-06-30 14:03

Gmail non è infinito

Leggo da DElyMyth che Gmail ha un tetto giornaliero al numero di messaggi che si possono inviare. Non è possibile inviare più di 500 messaggi al giorno, un singolo messaggio non può essere inviato a più di 500 destinatari, e il numero totale di destinatari (ogni messaggio inviato a N persone conta come N) non può superare i 2000. Addirittura, se si usa l’interfaccia POP o IMAP, il limite scende a 100 messaggi al giorno.
Personalmente la cosa non mi preoccupa più di tanto: soprattutto per quanto riguarda la parte POP/IMAP, si può tranquillamente immaginare che una persona che abbia bisogno di fare invii massicci di messaggi abbia un altro mailserver su cui autenticarsi. E d’altra parte, almeno leggendo qui, i limiti di Google sono maggiori di quelli di altri sistemi di email gratuita. Quello che però mi dà fastidio è che non è affatto facile trovare scritti da qualche parte questi limiti. Solo sapendo cosa cercare mi è uscito fuori questo risultato. Si direbbe insomma che l’usabilità non è ancora una priorità per gli amici di Google!

Ultimo aggiornamento: 2008-06-25 19:04

firefox 3: bah

stamattina l’ho scaricato, e poi l’ho installato – su una directory diversa e usando un profilo pulito, per evitare troppi casini.
Però a quanto pare non riesco a reimportare le password né i bookmark (tutta roba che ho in locale), e nemmeno collegarmi a Foxmarks. Al momento ho altro da fare: mi sa che FF2 rimarrà ancora per un po’ il mio browser preferito :-)
Aggiornamento: (16:40) Con un upgrade del vecchio profilo le cose sembrano (paradossalmente) funzionare meglio.

Ultimo aggiornamento: 2008-06-18 14:57

quanta fatica per uno sfondo

Come ho già scritto, il mio pc aziendale è gestito remotamente. Nulla di male in generale. Però tra le policy di dominio, su cui io non posso fare nulla pur avendo i diritti di amministratore, c’è anche quella sullo sfondo del PC. Fino alla scorsa settimana, avevo perlomento la possibilità di non avere uno sfondo, ma semplicemente un colore uniforme, e mi accontentavo. Ma lunedì, in un tentativo da remoto per permettermi di accedere alla posta aziendale all’avvio del pc – non che ci siano riusciti, ma visto che poi ho scoperto che la colpa è di ZoneAlarm che blocca non riesco a capire quale processo, e visto che io ufficialmente non dovrei avere un firewall aggiuntivo, me lo tengo così – sono stato forzato ad avere lo Sfondo Telecom Ufficiale, con una bella barra rossa in cima comprendente il logo e un disegno in mezzo che non mi fa più distinguere le icone.
A questo punto mi sono scocciato. Sono andato su C:/WINDOWS e come prima cosa ho sostituito il file NewSfondo.jpg con l’immagine che volevo io (la foto della blogosfera che era uscita a suo tempo su Nòva : tranne che al centro è praticamente tutta nera, l’ideale). Togliere la barra è stato un po’ più complicato: alla fine ho scoperto che il colpevole era il file desk.htm, sempre nella directory di Windows, che è stato pertanto opportunamente modificato.
A parte queste operazioni illegali che ho compiuto, capisco che forse lo sfondo uniforme è stato pensato per le segretarie, e che le segretarie probabilmente non si darebbero la pena di fare tutte queste modifiche (a parte che mi sa che non abbiano nemmeno i diritti di accesso a quei file). Però qual è la vera ragione logica di avere una policy per gli sfondi? Fanno forse male a qualcuno?
Aggiornamento: (12:30) tra le altre “novità” dopo l’intervento remoto c’è stata la modifica della home page di Internet Explorer (che avevo settato ad http://localhost/) Cosa c’è adesso? Il sito Telecom? l’intranet? No. http://it.msn.com/. Giusto per dire come sono fatte le policy aziendali.

Ultimo aggiornamento: 2008-05-27 10:35

suicidio del Quick Launch?

Stasera, mentre aspettavo che il diluvio su Milano scemasse un po’ per tornare a casa, mi sono accorto che se cliccavo su un’icona nella barra Quick Launch (come si dice in italiano? Esecuzione rapida?) del pc dell’ufficio non succedeva nulla. Se però aprivo la cartella Quick Launch, da lì i programmi partivano. Vabbè, ho pensato, poco male, tanto poi lo spengo e domani mattina si vedrà.
Torno a casa, e Anna era sul mio PC. Dopo un po’ mi chiama dicendo “non riesco a far partire Firefox dall’iconcina!” Stava succedendo esattamente la stessa cosa. (Per la cronaca, adesso ho ammazzato e fatto ripartire explorer.exe e il tutto sembra a posto).
Cos’è? il 22 maggio è la Giornata In Cui XP Ha Più Paturnie Del Solito?

Ultimo aggiornamento: 2008-05-22 19:55