Archivi categoria: informatica e AI

Ricordi del passato?

Ho installato Google Maps sul mio telefonino. Peccato che l’APN aziendale mi blocchi la connessione, e quindi non possa usarlo se non a casa quando mi connetto alla wifi: ammetto che la cosa non è molto utile, ma fa lo stesso.
Com’è come non è, stasera ci ho giochicchiato su. Generalmente mi indicava che mi trovavo in un raggio di cinquecento metri da un paio di punti che immagino siano le basi delle antenne TIM, cosa che mi va benissimo. Stasera però mi ha dato un raggio molto più preciso (80 metri), il che sarebbe preoccupante. Ma quello che è davvero preoccupante è che la posizione dove secondo lui mi trovo è … la vecchia casa, che è a quasi un chilometro e mezzo in linea d’aria!
L’unica cosa che mi viene in mente, a parte l’uso di una macchina del tempo, è che Google sia riuscito a recuperare i dati della mia connessione ADSL e avere una geolocalizzazione: anche se a dire il vero ho chiuso una linea telefonica e ne ho aperta un’altra, quindi la cosa sembrerebbe improbabile. Notate che anche i dati di geolocalizzazione che ci sono ad esempio nel mio blog non sono mai esatti ma approssimati, quindi non sono certo stato io a darglieli… Misteri informatici!

Ultimo aggiornamento: 2010-03-18 19:20

Più che di Buzz io mi preoccuperei di Google Social Search

In queste settimane tutti hanno parlato di Buzz e di come le opzioni di default facessero scoprire molte più informazioni di quanto si potesse immaginare.
Mi stupisco però che nessuno abbia accennato a Google Social Search, un modo – a detta di Google stessa – per «scoprire notizie rilevanti pubblicamente accessibili dal tuo circolo sociale, un insieme di amici e contatti online». Può darsi che il motivo sia banalmente che la pagina non è localizzata in italiano, e forse i risultati della “ricerca sociale” non appaiano a meno che come me voi non usiate Google in inglese.
Passi per i siti del “contenuto sociale“, che in fin dei conti devi aggiungere tu esplicitamente; ma il circolo sociale vero e proprio mostra coloro che hai aggiunto alle liste “Friends”, “Family” e “Coworkers” (e questi li metti in effetti tu) ma anche altri scelti non si sa bene con quali criteri. Peggio ancora, ci sono le “Secondary connections” che sarebbero gli amici degli amici: il guaio è che dalle mie 23 connessioni si arriva a 1527 (millecinquecentoventisette) connessioni secondarie!
Ora, quello che io posto è assolutamente pubblico, seguendo la massima d’oro “se non voglio far sapere qualcosa, non ne parlo”; ma magari qualcuno dei miei contatti preferisce essere meno visibile. In tal caso, l’unico consiglio che posso dargli è di cancellare il proprio Google Account, il che in fin dei conti male non fa.

Ultimo aggiornamento: 2010-02-23 07:00

Posterous è impazzito!

Avevo per sbaglio mandato un post (quello su come zittire i messaggi con cui windows chiede di riavviare) sull’account posterous che rimbalza qua invece che su quello giusto. Vabbè, dico, lo cancello e amen.
Peccato che posterous continui a ripostarlo, lamentandosi di “non aver ricevuto alcuna risposta”. Mi sembra di essere Topolino apprendista stregone :-(
(Ora ho disabilitato l’autopost, speremm…)

Ultimo aggiornamento: 2010-02-17 13:54

Facebook e il mischione di utenti – 2

Ricordate che qualche giorno fa avevo parlato di come dal telefonino fossi entrato in Facebook come un altro utente? Mercoledì sera la cosa mi è ricapitata, come si può vedere dalla foto che ho scattato (il link funziona se state leggendo la notiziola dal mio sito, per la cronaca).
Stavolta però il nome della persona mi era noto, anche se non è nella mia lista di amichetti: in effetti è un mio ex collega dei tempi in cui ero a Torino a lavorare in CSELT. La mia sensazione è insomma che il signor FacciaLibro vede una richiesta da telefonino, e credendo di essere un furbastro di tre cotte manda quello che aveva in cache. Peccato che io accedo via proxy, e FacciaLibro non si accorge di questo piccolo particolare…
A onor di cronaca aggiungo che cliccando su “Posta” non ho letto i messaggi del mio collega ma sono finito sulla mia posta; solo che a questo punto non posso essere certo che il risultato sia dovuto al fatto che lui non aveva acceduto a quella pagina. E no, non vado a perder tempo ad avvisare Zuckenberg: tanto non mi fiderei comunque di avere roba importante lì dentro, quindi gli altri possono anche guardare il tutto ;-)

Ultimo aggiornamento: 2010-02-05 08:00

Facebook: abbiamo sbagliato utente

Domenica mi sono connesso a Facebook dal telefonino. Guardo i messaggi nel Wall, e mi accorgo che è di gente che non conosco affatto. Vado in fondo, e scopro di essere connesso come un altro utente, di cui ho dimenticato il nome, ma che sicuramente non conosco.
Vabbè, mi scollego e ricollego e torna tutto a posto. Vabbè, le cose che metto su FacciaLibro sono comunque pubbliche, quindi anche se uno si connettesse e venisse inviato sul mio profilo non imparerebbe nulla di nuovo. Però cosa succederebbe se qualcuno entrato per caso nel mio profilo iniziasse a fare qualcosa di illegale? come potrei dimostrare che non sono stato io? Non sono affatto cose belle.

Ultimo aggiornamento: 2010-02-02 07:00

Google Synonyms vs Douglas Hofstadter

Ieri sull’Official Google Blog è apparso un intervento (“Helping computers understand language“) in cui viene spiegato l’approccio di Google al problema delle migliorie ai risultati delle ricerche, cercando di applicare tecniche di intelligenza artificiale per inserire nei risultati anche occorrenze diverse da quelle richieste – ad esempio, se uno chiede song words arrivano anche le pagine dove appaiono le parole song lyrics. Douglas Hofstadter, il cui punto di vista sull’intelligenza artificiale è sicuramente non mainstream, ha subito scritto un’email in cui senza usare mezzi termini se la prende con questo sistema che gli rende impossibile usare Google in maniera “creativamente stupida” (cercando ad esempio di capire quale tra due frasi in una lingua straniera è la più usata in pratica) e mandando in copia la mail alla cricca dei suoi amici e conoscenti che sa essere interessati a questi argomenti.
Dal mio punto di vista quello che conta esplicitamente è la semantica dietro tutto questo. Per la cronaca, Google aggiunge i sinonimi (corretti o no che siano è un’altra storia) nelle ricerche normali: se però si fa una ricerca col testo tra virgolette oppure – ho scoperto solo leggendo quel post – precedendo una o più parole con un +, la ricerca resta su quella precisa frase o parola. Io mi preoccuperei davvero se il significato semantico delle virgolette, cioè una citazione precisa – lasciamo perdere l’italica stampa e i famigerati virgolettati di Repubblica – non divenisse più quello standard; sulle singole parole sono indeciso se sia meglio fare come fa Google, cioè “default con sinonimi, occorre specificare che non li si vuole” oppure l’opposto “default senza sinonimi, occorre dire da qualche parte che li si vuole”, chessò con un LIKE maiuscolo all’inizio della stringa di ricerca. C’è poi il secondo punto, quanto cioè un algoritmo puramente statistico possa dare un supporto fattivo alla ricerca del vero significato di quello che l’utonto tipico chiede. Viste certe stringhe di ricerca che capitano sul mio blog, in effetti la cosa potrebbe anche funzionare se fatta bene :-)
Voi che ne pensate?

Ultimo aggiornamento: 2010-01-20 12:56

la privacy secondo Facebook

Mercoledì mi connetto a Facebook, e mi si apre una finestrella che mi comunica che Zuckerberg ha messo in funzione le nuove regole sulla privacy, e mi chiede se voglio o no modificare le mie preferenze. Sapevo che c’era stata questa proposta che ufficialmente non era passata per mancanza di un numero sufficiente di voti, ed era stata ripescata grazie all’infinita bontà del Grande Raccoglitore di Dati Personali sulle Connessioni tra Persone. Dico “occhei”, e mi appare una schermata con varie categorie di dati: posso scegliere tra i new settings e gli old settings.
Ora, io non scrivo nulla di davvero personale su FacciaLibro. C’è la copia dei post del blog, qualche commentino stupido e poco di più. Quindi ho sempre lasciato molto lasca la privacy, e molte informazioni – che tanto sono ricavabili altrove in rete – sono visibili da tutti. Addirittura la fan page che mi sono creato è assolutamente libera, cosicché non devo fare amico nessuno. Avevo fatto solo due eccezioni: la richiesta di amicizia appunto, che era bloccata perché se proprio qualcuno sentiva la necessità impellente di farlo si degnasse almeno di scrivermi due righe, e il giorno del mio compleanno. Quest’ultimo era nascosto non tanto perché sia segreto (nel mio sito c’è scritto bello chiaro), ma perché non sopporto tutti i messaggi di auguri fatti giusto perché “l’ha detto FacciaLibro”. Bene, guardando la schermata di settaggio vedo che i vecchi setting sono “gli amici degli amici possono sapere quand’è il tuo compleanno” (i setting nuovi erano ancora peggio, ma lasciamo stare). Sono andato sulla pagina apposita per la privacy e ho rimesso subito a posto le cose; però non ho potuto fare lo stesso con le richieste di amicizia, le cui uniche scelte permesse sono “da parte di tutti” e “dagli amici degli amici” (occhei, gli amici sono già amici, ma avete capito il punto). Insomma, non è proprio possibile starsene un po’ in pace e interagire solo con chi vogliamo noi: sappiatelo, prima di usare Facebook pesantemente!
(vedi anche xlthlx e De Biase; per la cronaca, le informazioni sulla privacy di Facebook sono qui)

Ultimo aggiornamento: 2009-12-11 07:00

Google public DNS

Forse avete sentito l’ultimo annuncio di Google: un DNS pubblico. Nel caso non sappiate cosa sia il DNS, ve lo spiego subito: è il sistema che permette al computer di scoprire dove andare a pescare il sito che stiamo cercando. Per fare un esempio, xmau.com corrisponde all’indirizzo 80.94.113.103: il computer può solo gestire i numeri e non il nome, e quindi deve cercare in un grande elenco distribuito (il DNS, appunto) quale sia il numero corrispondente a xmau.com. Generalmente ogni provider ha il suo server DNS che gli utenti usano; ma esistono anche DNS pubblici, il più famoso dei quali è OpenDNS. Google ha pensato bene di aggiungersi alla lista, con indirizzi facilmente ricordabili (anche il server DNS è un sito, no?) come 8.8.8.8 e 8.8.4.4.
Molti si preoccupano, nonostante le assicurazioni di Google al riguardo, che in questo modo il gigante californiano possa avere ancora altri dati di navigazione degli utenti. Io invece penso a un’altra cosa. Sapete, vero, che in Italia non è possibile raggiungere i siti esteri di scommesse (e che vendono sigarette…) che non hanno pagato il pizz.. ehm, non hanno stretto un accordo con i Monopoli di Stato, AAMS? Quello che non sapete è che non c’è nessun blocco degli indirizzi IP, ma banalmente i provider modificano le loro tabelle DNS dicendo che quei siti hanno l’indirizzo corrispondente ad aams.it. Come risultato pratico, se uno usa OpenDNS come server DNS vede tranquillamente i siti. Solo che la cosa, pur notissima tra gli addetti ai lavori, è abbastanza nascosta al grande pubblico, quindi il tutto funziona. Ma la forza di Google potrebbe essere tale che utenti non scafati useranno quel DNS pubblico, che non essendo di un provider italiano permetterà di saltare i blocchi logici verso i siti di scommesse/sigarette. Che succederà? Verranno bloccate le richieste DNS verso quell’indirizzo? Ai posteri l’ardua sentenza.

Ultimo aggiornamento: 2009-12-05 08:00