Io non ho più un account Facebook, ma ne ho ancora uno Instagram, anche se non lo uso. Un paio di settimane fa mi è arrivato un messaggio dicendo che Meta avrebbe usato le interazioni che avevo con l’app per addestrare la sua IA e che potevo oppormi, cosa che ho subito fatto: e in effetti dopo qualche ora mi è arrivata la mail che ho postato qui sopra. Non che saranno stati in tanti a farlo, penso.
A dire il vero la mia è stata una pura questione di principio, e non mi aspetto nulla, anche perché appunto non interagisco praticamente con Instagram: altrimenti avrei cominciato a scrivere frasi molto specifiche e vedere se venivano usate tali e quali. Però diciamolo onestamente: è ovvio che per addestrare un’IA occorre una sbalardata di dati. Non vedo nulla di male a usare dati pubblici se c’è una rimunerazione di questi dati. L’altro giorno il mio amico Andrea Monti scriveva che è ormai entrato nell’uso il concetto “paga in dati, o paga in moneta, ma in un modo o nell’altro, paga”: lo vediamo quando apriamo chessò il Corriere e abbiamo la scelta tra il farci profilare o pagare un abbonamento per leggere un articolo. Perché dunque non associare il permesso d’uso dei nostri dati a un corrispettivo, non necessariamente economico? Solo che mi pare che non stia succedendo nulla del genere, e quindi tra un po’ troveremo praticamente obbligatorio che i nostri testi addestrino le IA (con che risultati, non ho idea: magari COMINCIERANNO A SCRVERE MAIUSCOLO, SGRAMMATICATO E CON TANTI PUNTI ESKLAMATIVI!!!!!1!!1!)
Ultimo aggiornamento: 2025-05-02 16:44
“Perché dunque non associare il permesso d’uso dei nostri dati a un corrispettivo, non necessariamente economico?”
Le risposte sono essenzialmente due: 1) così facendo dovrebbero specificare l’uso che ne fanno, ma questo violerebbe (in EU) la normativa vigente, perché tutto finisce, se va bene, in USA. 2) partirebbe una guerra commerciale a colpi di dati e chi li “paga” di più che metterebbe seriamente nei guai Zuck & Co, anche solo indirettamente.
Politicamente poi sarebbe un colpo di Bazooka nelle relazioni UE-USA, peggio ancora della web tax. Non scherzo dicendo che una idea del genere, sui tavoli politici, scatenerebbe una guerra UE-USA, non militare, ma guerra sporca sì. Eh sì, perché una ditta UE, se segue anche solo formalmente le regole, a quel punto avrebbe una leva per scardinare i colossi USA.
Non ho capito. Fermo restando che una ditta EU che voglia investire nell’AI farebbe molto meglio a comprarsi un ETF anziché pigiare freneticamente sui tasti e rischiare di molestare le apposite autorità, pensare di acquistare i dati dalle società USA per inziare oggi ad addestrare l’AI non mi pare una grande minaccia a colossi che hanno più liquidità che occasioni di spesa.
Sarà che io sono contentissimo che qualcuno si legga i miei astuti pensieri e su di essi basi il progresso della civiltà, però temo che, a causa di noiose questioni tecniche, più passa il tempo meno valore ci sia nel leggersi mail, blog & messaggi, radiografie, elettrocardiogrammi, atti parlamentari, libri e manuali.