Mah. Leggo questo articolo e rimango perplesso. Se si addestra un LLM per generare sequenze di suoni “simili a quelli dei delfini” e quello che si ottiene è per metà “rumori di fondo che ci si aspetta dall’oceano”, e per il resto “clic, fischi e i cosiddetti burst di impulsi” cosa abbiamo ottenuto? Nulla. Non dico di avere un dizionario delfinese-umano, che sarebbe davvero qualcosa di incredibile: ma dal testo dell’articolo non pare proprio che si sia raggiunto alcunché di “comprensibile” per un delfino, qualunque significato si voglia dare al termine. È come dire di aver preso un certo numero di carte e trovare che per metà esse contengono delle lettere e degli spazi che parrebbero formare delle parole, che però non ci dicono nulla. Vi pare un grande risultato?
Mi sarei insomma aspettato qualcosa di diverso: chessò, che avessero generato dei suoni che incuriosissero i delfini (nel mio esempio precedente, parole che assomigliano all’italiano anche se magari non formano frasi di senso compiuto): e gli stessi autori dicono che gli esperimenti attuali corrono il rischio di addestrare involontariamente i delfini con altri mezzi che non siano il linguaggio.
Mi sa che dovremmo aspettare che i delfini se ne vadano dalla Terra, lasciandoci un messaggio “Addio, e grazie per tutto il pesce”.
le AI che dovrebbero imparare la lingua dei delfini
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