A quanto pare, Mattarella ha fatto sapere che non avrebbe firmato il decreto fiscale se fosse stata inserita la frasetta che rimodulava il 2 per mille ai partiti. In pratica, sarebbe diventato lo 0,2 per mille, ma il totale sarebbe stato garantito e suddiviso tra i partiti indipendentemente da quanti avessero firmato per dare i propri soldi a un partito; un po’ come l’8 per mille, insomma, e differentemente dal 5 per mille che invece ha un tetto annuo (e quindi l’ultimo anno è stato tagliato del 5% perché avevano firmato in troppi). Considerato che a quanto pare con questo “taglio” i fondi ai partiti raddoppieranno, possiamo stimare che un contribuente su venti sceglie di destinare parte delle proprie tasse ai partiti, anche se non gli costerebbe nulla farlo. (Il conto è molto spannometrico, perché non tiene conto di quante tasse paghi il singolo contribuente: ma dovrebbe dare comunque un’idea). La proposta era ovviamente bipartisan, con Fd’I e PD a favore, e AVS che pare essersi sfilata all’ultimo momento in un sussulto di intelligenza.
Io non ho preclusioni aprioristiche contro il finanziamento dei partiti, ma non è che a qualcuno di questi venga in mente che se il contesto è questo non è esattamente il caso di inserire surrettiziamente una norma simile?
Non vedo perché non è il caso di mettere questa “rimodulazione” adesso. Non ci sono elezioni nelle prossime settimane e nella percezione populista-filorussa i partiti sono tutti ladri sempre e comunque. Mi pare un momento ottimo.
Chissà se c’è anche tempo per aprire un partito democraticamente finanziabile o se qualcuno è stato ben più previdente!