La trilogia di Calvino la lessi quasi cinquant’anni fa, nell’edizione edulcorata per le scuole che andava di moda ai tempi. Passano i decenni, a mio figlio è toccata come lettura per le vacanze e così mi sono ripreso i libri in mano per verificare che leggesse davvero e non si facesse scrivere i riassunti da un LLM.
Dei tre volumi, quello che ha retto meno lo scorrere del tempo è il primo, Il visconte dimezzato. A parte l’italiano che è di registro molto più alto rispetto a quello che si usa oggidì, la storia è piuttosto debole: si sente la gioventù di Calvino quando lo scrisse. Il barone rampante è sempre un classico, e ora posso anche capire i giochi di parole con i cognomi e i frammenti di discorso in altre lingue, con i quali Calvino si deve essere divertito. Ma la vera sorpresa è stato Il cavaliere inesistente, che è una presa per i fondelli dall’inizio alla fine e fa vedere molto bene l’evoluzione della scrittura calviniana. Qui il secondo piano di lettura già presente in nuce nel Barone rampante è infatti ampliato e messo alla pari di quello di base: non è un caso che in seguito Calvino sia diventato membro dell’Oulipo.
Italo Calvino, I nostri antenati, Mondadori 2023 [1960], pag. 482, € 15, ISBN 9788804772910 – come Affiliato Amazon, se acquistate il libro dal link qualche centesimo va a me
Voto: 4/5
Ultimo aggiornamento: 2025-10-04 10:23
Manca la fine dell’ultima frase, credo.
Credi bene…