Questo libro è indubbiamente di fantascienza, ma è anche un’ucronia. In questa linea temporale, il giovane Caio Giulio Cesare fu effettivamente esiliato da Silla, e invece che diventare il condottiero che tutti conosciamo diresse il suo genio verso la meccanica, studiando con Erone (che in realtà visse cent’anni dopo) e Sosigene e riportando a Roma, una volta graziato, le sue invenzioni, treni e navi a vapore che lo fecero diventare ricchissimo, e fucili e cannoni per le legioni che diventarono sempre più invincibili. Ma la civiltà oramai morente che vive su Marte decide di non volersi far sopravvanzare da questi parvenu e con le ultime forze invia una spedizione distruttrice che dalle falde del Vesuvio risale a Roma, con scene simili alla Guerra dei mondi.
Il libro è scritto in stile epistolare corale, con tanti personaggi tra cui Catullo (che non è morto giovane ma è diventato senatore e ha sposato la sua Lesbia), Cicerone, Crasso, Pompeo, Servilia che nella storia è la moglie di Cesare, Giulia anch’essa rimasta viva, Catone, Varrone e naturalmente Bruto, che però è stato legalmente adottato da Cesare e quindi ha nome Giuniano. Ci sono anche le idi, anche se di maggio e non di marzo, e citazioni – vere e false – della Vita di Cesare di Plutarco. In certi punti il testo è un po’ manieristico e la trovata finale, anche se me l’aspettavo, pare essere molto tirata per i capelli; ma in complesso è un romanzo piacevole da leggere.
Davide Del Popolo Riolo, De bello alieno, Delos Digital 2017, pag. 276, € 3,11, ISBN 9788825403077 – come Affiliato Amazon, se acquistate il libro dal link qualche centesimo va a me
Voto: 4/5