Lunedì nel tardo pomeriggio Anna doveva prendere un treno per andare a Chiavari, perché martedi mattina sarebbero arrivati gli operai a montare la rete salvagatto sul balcone. Di solito non c’è problema: in due ore e mezzo si arriva con un Intercity. Ma quest’anno stanno lavorando sul ponte ferroviario sul Po e quindi la linea è bloccata. Trenitalia offre due possibilità: alcuni treni vanno a Piacenza e ritornano a Voghera (un’ora in più di tempo), oppure si possono prendere dei bus sostitutivi Milano-Genova e riprendere il treno (un’ora in più di tempo). Visti gli orari, Anna aveva scelto la seconda opzione. Solo che il bus non parte da Milano Centrale ma da Famagosta (il che ha anche senso, sei praticamente già sull’autostrada). Di solito questo non sarebbe un problema, ma quest’estate ATM ha chiuso la tratta della verde tra Garibaldi e Cadorna per rinnovo binari, “tanto si può bypassare il blocco cambiando linee”. Questo però significa che da casa nostra devi fare un giro gialla+rossa+verde che non passa più, soprattutto con una valigia. A questo punto dico “dai, ti porto in macchina fino a Famagosta”. Attraversare Milano in macchina richiede di solito mezz’ora, il bus partiva dopo tre quarti d’ora e siamo a fine luglio: che problemi ci sono?
I problemi sono i lavori stradali (e un incidente che ci siamo anche beccati per strada). Siamo arrivati due minuti prima della partenza del bus, con il piccolo problema che non sapevamo assolutamente da dove partisse, e non abbiamo trovato nessun cartello che ci desse indicazioni. (Per la cronaca: sul biglietto c’era scritto in piccolo “dalla fermata ATM 11114”. Finita l’avventura ho controllato sul sito ATM, e la fermata è sul lato di viale Famagosta e non dove fermano tutti gli altri bus anche intercomunali.) Insomma non abbiamo capito dove andare, e il bus è partito. Che fare? Dico ad Anna “ok, siamo in macchina all’inizio dell’autostrada: andiamo verso Genova e ti lascio dove ci sono di nuovo i treni”. La mia prima idea era Tortona, poi mi viene in mente che Voghera arriva prima: Anna verifica, e in effetti da Voghera parte un Intercity… che è quello che comunque avrebbe preso una volta scesa dal bus per andare a Chiavari.
Arriviamo in stazione con un enorme anticipo (tre quarti d’ora). Qui indicazioni ce ne sono, ma per tornare a Milano. La stazione a quanto pare è affidata a Trenord, la biglietteria è chiusa, la macchinetta automatica Trenitalia non funziona (quella Trenord sì, ma giustamente non fa biglietti per Genova). Troviamo due ferrovieri Trenitalia e chiediamo informazioni: non solo non sanno niente, e questo ci sta, ma non erano nemmeno convinti che ci fossero bus da Milano Famagosta. (Non scherzo, mentre stavo per rientrare uno dei due mi ha chiesto se poteva vedere il biglietto…) Ci dicono che più in là c’è un incaricato Trenitalia in pettorina rossa: andiamo, ma la fanciulla non aveva nessuna idea. Alla fine l’intercity è arrivato, siamo saliti, abbiamo cercato il capotreno, e Anna ha dovuto pagare la prenotazione da Voghera a Genova, visto che lei ce l’aveva solo da Genova a Chiavari. Tra l’altro, Genova Principe è la prima fermata, e sul treno da Voghera sono partite 5 (cinque) persone più macchinista e capotreno… A questo punto sono rientrato a casa, mettendoci un’ora visto che effettivamente è fine luglio e non c’era nessuno nemmeno in tangenziale, nonostante il cartello minaccioso “code a tratti tra Pero e Cormano” che si sono dimenticati acceso.
Altro che mobilità, insomma!
Avventura divertente, certo forse un po’ meno per voi!
Ma all’origine di tutto, un pensiero mi assilla: i gatti del 2025 sono così snowflake da richiedere una rete salvagatto sul balcone? :-)
Un anno e mezzo fa ci è cascata una micina dal quinto piano. Forse i due più grandi non si buttano, il piccolo (rosso, quindi più scemo della media) non si sa. Non ci fidiamo.
mi dispiace per la disavventura, purtroppo sono cose che capitano spessissimo. Quando si parla di mobilità, si fanno piste ciclabili (alcune poi non usate da nessuno), si danno incentivi per mezzi il cui impatto effettivo sulla mobilità dei cittadini è dubbio (vedi i monopattino). Nessuno mai che si interessi ad autobus e treni. Se non quando si tratta di grandi eventi che attirano turisti.