Oggi sciopero

Stamattina sarò davanti alla sede di Assolombarda a fare un presidio perché si sblocchino le trattative per il rinnovo del contratto delle telecomunicazioni. La Triplice ha infatti dichiarato una giornata di sciopero dopo che le trattative sono in una fase di stallo: il contratto è scaduto a dicembre 2022 (ma bisogna ammettere che c’è voluto un anno per presentare la piattaforma rivendicativa). Ne parlo qua perché già in genere gli scioperi nelle TLC non sono trattati dai media (si sa, quando le aziende mettono tanti soldi in pubblicità gli editori non sono così inclini a fare sapere che i lavoratori non sono contenti) ma in questo momento la situazione pare ancora peggiorata, tanto che si sa poco o niente degli scioperi dei metalmeccanici che sono già stati tre – e il loro contratto è scaduto solo a giugno 2024.

La prima cosa che salta agli occhi al profano è la richiesta di 260 euro lordi mensili al quinto livello (che è quello medio del settore). Possono sembrare tanti, ma è il risultato di un conteggio meccanico: si è preso l’indice IPCA (indice dei prezzi al consumo armonizzati UE) previsto per il 2024-26 e aggiunta la differenza a consuntivo dell’inflazione 2021-22 rispetto a quanto previsto nel contratto precedente. Per esempio, lasciando perdere i bancari che fanno storia a sé, i grafici hanno rinnovato il contratto a fine 2024 con un aumento medio a regime di 252 euro e i metalmeccanici ne chiedono 280. Le grandi aziende, Tim e Wind in prima fila, hanno rifiutato a priori questo conteggio, dicendo che non hanno soldi. Ma c’è anche un’altra parte dove le aziende chiedono di tagliare i costi: la richiesta di tagliare al 60% il pagamento delle prime giornate di malattia a partire dal terzo evento annuale, per poi scendere. Per chi non lo sapesse, l’INPS paga la malattia dal quarto giorno in poi: i primi tre sono a carico dell’azienda. Una misura del genere è soprattutto vessatoria nei confronti delle donne: per dire, nella bozza presentata dalla Triplice si chiedeva addirittura di istituire la possibilità di congedo mestruale, ovviamente dietro valutazione medica preventiva.

C’è poi un’altra brutta storia. Quando nel 2002 è stato creato il contratto telecomunicazioni, alle aziende telefoniche si sono aggiunti i call center, nonostante tanti malumori, perché gli addetti sono mediamente pagati meno e le aziende dicono che comunque costano troppo. Bene: parecchie aziende del comparto hanno abbandonato il contratto e ne hanno firmato uno con nientemeno che la Cisal. Contratto “equilibrato, migliorativo e innovativo”, secondo i datori di lavoro: innovativo di certo, migliorativo direi solo per loro, visto che prevede meno di 8 euro di aumento subito e ben altri 42 tra due anni, oltre che dimezzare le ore di permesso (e tagliare il pagamento delle malattie, ovvio). L’equilibrio infine si ottiene eliminando la clausola sociale, quella che obbliga un’azienda che vinca una commessa ad assumere gli addetti della precedente azienda – e già qua le aziende ci guadagnavano, perché l’anzianità e quindi i possibili passaggi di livello si azzeravano, cosa che nella bozza avevamo chiesto di abolire.

Purtroppo questo è un periodo in cui i lavoratori non hanno forza contrattuale, e lo si vede fin troppo…

Ultimo aggiornamento: 2025-03-31 21:27

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