Il mese scorso, mentre tenevo una conferenza sulla storia della trigonometria, a un certo punto ho detto “Con la matematica non si fanno i soldi”. Ci ho pensato un istante, e ho subito aggiunto “A meno che non si sia agenti di borsa”. Quello che è successo è che da quando si è cominciato a comprare e vendere non solo beni, ma anche la possibilità di comprare i beni nel futuro (i futures), assicurazioni sul non rimanere in braghe di tela in caso di crolli o impennate del valore (i derivati) e via discorrendo, le cose si complicano. Negli anni ’70 viene però ideata un’equazione, quella di Black e Scholer, che ha permesso di riportare tutto questo nell’ambito della matematica e quindi dare loro una logica quantitativa. Alessandro Viani spiega bene in questo volume come sia nata l’equazione (per i curiosi: supponendo che la fluttuazione del valore segua un moto browniano sovrapposto a una funzione del valore del bene nel tempo) e soprattutto quali siano i suoi limiti, cosa che manca a parecchi analisti che prendono i risultati del modello come un oracolo. Insomma, mi spiace ma anche conoscendo la teoria non è detto che possiate guadagnare in borsa, però almeno dovreste limitare le eventuali perdite!
I giochi matematici preparati da Viani sono legati alla probabilità, come del resto capita anche nel moto browniano; Veronica Giuffré presenta la vita di Bruno De Finetti, statistico ed economista che ha coniato una definizione di probabilità molto diversa da quella formalistica insegnata a scuola e che è più utile in pratica.