Telegram e l’arresto di Durov

logo telegram Le analisi sui motivi dell’arresto di Pavel Durov, fondatore e CEO di Telegram, sembrano puntare il dito contro la possibilità che Telegram sia usato per traffico di droga e terrorismo. Lo stesso fa Le Monde. Il mio amico Andrea Monti, guardando le cose da un punto di vista legale, scrive ” se è consentito mettere in circolazione ciò che ostacola il controllo da parte dello Stato, allora bisogna accettare l’esistenza di servizi di anonimizzazione totale, di sistemi progettati per essere impenetrabili ai tentativi di accesso non autorizzato a prescindere da chi (delinquenti o forze di polizia) li voglia commettere, e il diritto di non cooperare con l’autorità giudiziaria.”>

Io sono per una volta complottista e mi chiedo se davvero terroristi e mafiosi usino Telegram e non Signal (che da questo punto di vista è molto più sicuro, perché è possibile verificare che non ci siano backdoor), e se il problema non sia più banalmente il traffico di materiale sotto copyright che Durov non ha mai bloccato. Le accuse sono troppo generiche, non c’è nessun fatto specifico. Che ne pensate?

4 pensieri su “Telegram e l’arresto di Durov

  1. Bubbo Bubboni

    Beh, la liberta di pensiero è tutelata! In una moderna democrazia europea si può pensare liberamente tutto quello che si vuole. Quindi nell’immediato non c’è nessun problema morale o legale.
    E se un giorno, per assurdo, lo stato decidesse di non voler ficcanasare in maniera automatica in tutte le comunicazioni sarebbe teoricamente anche possibile comunicare ad altri, anche in modo riservato, quello che si è pensato anche il messaggio fosse non conforme o addirittura sbagliato. Per assurdo, eh.
    Ma ora no che ci sono i pedofili, drogati, filorussi (o filocinesi? dopo la DNC mi sono perso a che punto siamo), sovranisti, populisti, falso-invalidi e, quindi, no, ora giustamente non si può.

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  2. mestesso

    Scrivo qui quello che ho detto all’interno della chat FSFE:

    “è del tutto possibile che l’arresto sia una forma di ritorsione per non aver collaborato all’intercettazione di determinate categorie di utenti. E’ anche possibile che il conflitto russo-ucraino ci abbia a che fare, naturalmente, e questo avrebbe un suo perché, dato che la Francia è il paese UE più esposto contro la russia.”

    Aggiungo che la lobby anti pirateria non è abbastanza forte politicamente per forzare la mano in questo modo: è chiaro che c’è anche altro sul piatto. E’ anche chiaro che è stato arrestato ieri perché altrimenti l’avrebbero perso del tutto, quindi il fattore tempo era essenziale.

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  3. Bubbo Bubboni

    Ohh, la lettera che un tale con tanti amici ha pubblicato oggi è abbastanza chiara su come un governo democratico si aspetta che un servizio internet reagisca quando gli utenti vogliono parlare di taluni temi su cui è consigliato riflettere in silenzio. Anche se i fatti citati risalgono a quando i nemici erano ancora i russi, mi pare che ci sia un collegamento con il caso del servizio di messaggistica.
    Tra l’altro mi chiedevo se gli organizzatori di una terribile manifestazione contro l’armonia e la giocondità della sacra famiglia olimpica, manif in cui i folli partecipanti si calavano le braghe e [GETTAVANO RIFIUTI] nelle limpide acque della Senna, si siano coordinati nelle loro azioni criminali con la tale piattaforma. In quanto è trapelato dell’inchiesta non è chiaro, ma in tal caso sarebbe ovvia e doverosa una ferma reazione.

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  4. mestessoit

    Update: il governo russo ha diramato ufficialmente un comunicato percui tutto il personale e le forze armate non debbono usare più telegram, e di cancellare le informazioni esistenti nei canali. Altri siti dicono che telegram sia usato dalle forze armate russe molto attivamente perché i canali usuali sono facilmente intercettazioni dagli americani. A questo punto l’opzione “caccia le chiavi che dò fastidio a zio putin diventa molto concreta.

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