Nella mia bolla lo dicevano già in tanti, ma la mia bolla è lontana dal resto del mondo. Però ieri l’ha detto anche Romano Prodi: mettere come capilista alle Europee i leader è un altro passo per affossare la democrazia, dopo l’abolizione pratica delle preferenze – aggiungo io – e i nomi dei leader sui simboli elettorali,
con il paradosso attuale di un “Berlusconi Presidente” (chi, Marina?) per Forza Italia.
Io sono sempre stato convinto che chiunque si candidi per una carica politica incompatibile con la sua posizione attuale dovrebbe firmare un impegno a dimettersi nel caso venga eletto. C’è anche chi è più talebano di me e dice che dovrebbe dimettersi prima; io sono un garantista e permetto il paracadute antitrombatura, ma non la presa per i fondelli istituzionalizzata. Però so che tanto la mia idea non passerà mai, non preoccupatevi.
(immagine da Wikimedia Commons)
Ultimo aggiornamento: 2024-05-10 18:42
Lo sostengo anche io, come si suol dire, da tempi non sospetti: abolizione preferenze, alternanza obbligatoria m/f, capilista che sai già non lasceranno mai il posto presente (e si potrebbe anche allargare il discorso alle candidature in più circoscrizioni, ma quella è questione più controversa), leggi elettorali regionali una diversa dall’altra solo per favorire chi l’ha ideata e approvata, ultimamente persino qualche tentativo di gerrymandering: veramente una presa per i fondelli. Anche senza parlare di programmi così passa sul serio la voglia di andare a votare. (Alle ultime comunali mi sono presentata tre volte davanti all’ entrata del seggio, poi è stato più forte di me, non ce l’ho fatta ad entrare. Pochi giorni prima avevo ascoltato il dibattito faccia a faccia fra le due candidate. Le loro risposte sui programmi, soluzioni ai problemi della città, etc erano esattamente le stesse. D’altronde l’area di provenienza, checché fossero di due schieramenti opposti, era la stessa).
Mah, le leggi elettorali sono scritte con la stessa qualità delle altre quindi non c’è da aspettarsi molto in termini di tutela dell’elettore. Ad es. come si determina il sesso a fini elettorali? Forse, in ossequio alla cultura gender, viene autodichiarato a piacere dal candidato?!? O forse non viene neppure reso noto all’elettore mediante un disegnino stile servizi igienici?
Però una volta la preferenza espressa per un leader nazionale non comportava l’annullamento della scheda, anche se se il capobastone indicato non era candidato in quella specifica elezione (e forse neppure se era già defunto).
Oggi chissà, se non c’è la stessa pazienza verso l’elettore, mi pare logico che i personaggi televisivi siano sempre presenti in lista per evitare l’annullamento delle schede a causa di scritta che rende la scheda riconoscibile.
Comuque il dettaglio sui leader non mi pare più ingannevole di tutto il resto del circo funzionale ad eleggere un ente che, nonostante il suo nome, non ha alcun diritto formale di iniziativa legislativa.
Abolire la preferenza? capisco che è una bella tentazione, ma significa accettare supinamente le scelte delle varie direzioni di partito. Mi preoccupa anche l’effetto perverso delle norme tese a “bilanciare” la presenza dei due sessi nelle liste. Un/una candidato/a forte e presente in più collegi, solo come specchietto attira-voti, quando poi non accetta l’elezione (o la accetta solo in un distretto) provoca una distorsione, quasi sempre a danno del proprio genere. Una modifica abbastanza semplice ai sistemi elettorali, che propongo da tanto tempo, mi sembra realizzabile, e avrebbe il pregio di limitare (non proibire, che sarebbe sbagliato!) i cambi di partito o di schieramento agli eletti. La mia idea è che coloro che vengono eletti, in un certo territorio, in futuro potranno ripresentarsi solo nello stesso distretto, o regione. Mantengono sì il diritto di cambiare idea e partito, ma, qualora volessero poi restare in carica, dovrebbero convincere della giustezza del loro voltafaccia, le stesse persone che li hanno eletti sotto altra bandiera.
Fosse per me, modificherei la costituzione per dire che se ti candidi, e ti votano, poi vai dove ti hanno eletto, punto.
E in legge elettorale metterei che se ti candidi in n collegi diversi (dove consentito), o scegli subito (e dichiari) l’ordine di preferenza, o si sorteggia in quale vieni eletto, non puoi scegliere dopo in base a chi sono i primi dei non eletti da far rientrare.
E gia` che ci sono, stabilirei che se ti dimetti da una carica elettiva le dimissioni sono irrevocabili, non puoi cambiare idea un mese dopo, e l’organo cui sei stato eletto non deve votare per accettarle, sono valide subito.
Il terzo può dare problemi se qualcuno viene costretto a chiedere le dimissioni. Sul secondo mettere l’ordine di preferenza non va, meglio il sorteggio.
Tanto non si farà mai nulla.
Se qualcuno viene costretto a dare le dimissioni, probabilmente chi lo ha costretto fa anche in modo che vengano accettate, no?
non necessariamente, se la maggioranza parlamentare è litigiosa e il voto segreto.