Piergiovanna Grossi è un’attiva wikipediana. Ma è anche una professoressa a contratto e una ricercatrice, e le è capitato di scrivere un articolo per una rivista locale di settore un articolo sull’attribuzione dell’ex Oratorio del Montirone ad Abano Terme, il tutto corredato con due foto che lei stessa aveva scattato all’archivio di Stato di Venezia. Bene: dopo aver pagato 16 euro per un preventivo, ha ancora dovuto sborsare 2 (due) euro per il privilegio di poter scattare e utilizzare due foto… oltre ad altri 32 euro di marche da bollo.
Il tutto è stato raccontato la scorsa settimana sul Corriere da Gian Antonio Stella (al quale ho un solo appunto da fare. Mi sta anche bene che “è ovvio che l’Italia ha il dovere di mettere dei paletti contro l’uso di foto del David di Michelangelo con delle sneakers ai piedi o del Bacco di Caravaggio con uno smartphone in mano”: ma per quello basta un decreto ministeriale che vieti un uso non documentale delle immagini.) La beffa ulteriore, se ci fate caso, è che dopo tutto il carteggio burocratico con la direttrice i soldi che vanno all’archivio di Stato sono appunto 2 (due) euro: il resto se l’è intascato lo Stato. Insomma, non siamo neppure alla storia del puzzle Ravensburger (che finirà con il produttore che dovrà pagare la sanzione e si guarderà bene da produrre altri puzzle con opere site in Italia, e lo stesso capiterà con tutti gli altri: ottima pubblicità per il nostro patrimonio artistico).
Il ministro Sangiuliano che ha emanato il decreto in questione è solo l’ultimo esponente di una classe politica che è convinta non solo che il patrimonio artistico sia un bancomat, ma anche appunto che si pubblicizzi da solo. Beh, non penso che l’ex Oratorio del Montirone sarà molto visitato, pubblicità o non pubblicità: ma proprio per questo è ancora più sconcertante la richiesta di un balzello…
Io mi domando quanto ci vorra` prima che venga riconosciuto che violiamo qualche trattato internazionale e ci tocchera` pagare multe salate.
Ben piu` alte dei due euro
anche la direttiva copyright non è servita, nel senso che hanno detto che il Codice Urbani + Art Bonus non hanno a che fare con il copyright ma con diritti aggiuntivi e quindi la UE non ha voce in capitolo.
Ogni legge stupida prima o poi si scopre che va in contrasto con qualcun altro. Diamo tempo al tempo.
Avevo letto e anche già “esternato” .
Quello che più mi irrita è che, al solito, hanno messo un balzello, ma non si sono premurati di stabilire un processo per inoltrare le domande, avere una quantificazione chiara e trasparente del dovuto, con parametri noti (al di là della ridicola lista delle riviste esonerate dal pagamento), infine ottenere telematicamente l’attestazione/contratto (altrimenti, altra gabella da pagare per la spedizione cartacea). Io credo che se pure una qualsiasi azienda straniera fosse disposta a pagare, lascerebbe perdere solo per la difficoltà di capire come fare.
(Ah, io peraltro appena sento parlare di marca da bollo per atti e documenti ho un attacco di gastrite).