A Chiavari la casa dove stiamo è del 1969 e l’impianto elettrico pure, tanto che stiamo pensando di rifarlo. Ieri mattina Anna mi dice “è saltata la corrente”. Accendo la luce e dico “no, c’è”. Dopo un po’ di controlli abbiamo scoperto che mancava in bagno – se n’era accorta perché la lavatrice si era bloccata – e in camera. Che fare? Io, da buon teorico, dico “probabilmente si è staccato un filo da qualche parte, proviamo ad aprire le scatole e vedere cosa è successo”. Naturalmente poi dopo la teorica ci vuole la pratica: cerco i pochi attrezzi che abbiamo (nessun cercafase per esempio, ma tanto io prima stacco l’automatico e poi lavoro), svito una scatola, soffio via la polvere, guardo: mi pare tutto a posto. Rimetto a posto la scatola, riattacco la corrente per vedere di non aver peggiorato la situazione, ristacco la corrente, provo la seconda scatola. Qui polvere non ce n’era, ma i cavi erano di nuovo tutti a posto. Rimetto a posto la scatola, riattacco la corrente, dico ad Anna “io più di così non so che fare” e lei “ma la lavatrice è ripartita!”
Ovviamente non ho nessuna idea di cosa ho fatto, e non so quanto la mia “riparazione” durerà. Diciamo che rifare l’impianto diventa un’urgenza…
succede che, a volte, in una scatola di derivazione, la giunzione fra diverse linee sia fatta con un adattatore (morsetto, campanina) che non è della misura giusta, e che i vari cavi siano stati “spinti dentro come capita” ed uno dei cavi tocchi giusto per qualche peletto, per cui basta muoverli leggermente e tutto riprende a funzionare “come per magia”.
Sottoscrivo quanto dice @DG.
Indipendentemente se rifai o meno l’impianto elettrico (sicuramente fuori norma nella attuale accezione del termine) sostituirei l’interruttore differrenziale (comunemente detto salvavita), se presente (ai tempi non era obbligatorio). Se esiste, sicuramente dopo tutto quel tempo non è funzionale ed è ben più pericoloso che non avere la corrente. Ma forse non c’è neppure la messa a terra collegata, quindi il tutto sarebbe ridondante…
Non confodiamo le idee del bricoleur! Il differenziale serve (anche e molto) quando non c’è nessuna terra collegata (esplicitamente)! Es. un polo si stacca dal morsetto e tocca la carcassa metallica della lavatrice. L’allegro lavatore di panni, meglio se ubriaco e senza ciabatte, tocca la lavatrice per capire perché si è fermata e realizza un discreto collegamento verso terra attraverso il suo corpo, permettendo così il passaggio della corrente elettrica in quantità sufficiente a risultare in bolletta. Qui interviene il differenziale. Se la carcassa della lavatrice fosse stata collegata a terra sarebbe intervenuta la parte magnetotermica per, probabile, consumo eccessivo.
Comuque di questi tempi sono frequenti i “guasti serie”, cioè i “falsi contatti”. L’effetto è un surriscaldamento & incendio, con buona pace del magnetotermico differenziale che non rileva problemi fino a quando è troppo tardi… quindi meglio aggiornare l’impianto!
sì, immagino che dentro la campanina ci sia qualcosa che non faccia ben contatto. D’altra parte con un impianto che funzionava quasi dappertutto era l’unica logica.
Più che il salvavita/differenziale direi che c’è un interruttore generale. Per il resto, l’impianto non è neppure segmentato, figuratevi.
occhio che il filo che contatta solo con due peli dentro alla campanina, a parte l’ovvio problema che può smettere di fare contatto alla più minuscola provocazione, specialmente se è attaccato a grossi carichi, può generare archi che sono potenziale rischio di incendi. la “riparazione” è semplicemente sostituire la campanina con quella della misura immediatamente successiva, oppure con un wago con un ingresso per filo.
Aggiungerei che tra ‘campanina’ e Wago, assolutamente consiglierei i wago, costano due spiccioli in più ma sono molto più sicuri e pratici.
Persino i cloni cinesi dei wago sono più che decenti.
epperò se c’è un punto in cui c’è un fa contatto e no rischi che si surriscaldi e bruci, quindi io ricontrollerei le due scatole