A quanto pare Erdogan ha vinto anche stavolta le elezioni in Turchia. Per quel poco che posso capire, la parte rurale dalla nazione lo appoggia ancora molto, soprattutto da quando si è trasformato in un convinto sostenitore della religione da leader politico qual era. (Mi sa che Marx avesse ragione quando scrisse che la religione è l’oppio dei popoli).
La stampa non di destra in Italia sembrava essere compatta a favore dello sfidante Kilicdaroglu (quella di destra mi è parsa abbastanza nautrale sulla questione), rimarcando che Erdogan è sempre più autoritario. Vero, non c’è dubbio. Ma se per questo, mi pare che se uno sfidante pur di cercare disperatamente di ribaltare le sorti della votazione promette che in caso di elezione avrebbe rimandato in patria dieci milioni di profughi mi fa pensare che la situazione pratica non sarebbe poi mutata troppo. Certo, al momento l’UE ha una buona scusa per non proseguire con il trattato di adesione della Turchia, mentre se Erdogan avesse perso l’ostracismo sarebbe stato più complicato. Ma continuo a pensare che per i turchi un presidente vale l’altro.