Credo che tutti noi abbiamo detto più e più volte che il famigerato paniere Istat è tarato per farci credere che l’inflazione sia molto minore di quello che vediamo davvero. Confesso di averlo pensato anch’io: ecco perché questo libro è importante. Barbieri e Giacché, che hanno lavorato a lungo in Istat, compongono una storia del paniere che si intreccia con quella dell’Italia e con quella di cinema, televisione e canzoni italiane, immagino per passione degli autori. Dalle spiegazioni dettagliate su come beni e percentuali relative sono cambiate negli anni vediamo una lenta ma continua evoluzione della nostra nazione. Non sono taciuti i problemi – tanto per dire, le rilevazioni non sono fatte in tutta Italia ma solo in alcuni capoluoghi di provincia – ma si spiega anche il duplice motivo per cui l’inflazione percepita è molto maggiore della reale. In pratica ci sono due ragioni: la prima è che noi tendiamo ad accorgerci più dei rincari che dei ribassi, che pure ci sono: si pensi al costo delle telecomunicazione. La seconda è che un prodotto entra nel paniere quando la spesa relativa per i consumi delle famiglie è uguale o superiore a un millesimo della spesa totale da esse sostenuta. Questo implica che i prodotti entrano quando sono ancora cari, e man mano che vengono adottati calano di prezzo. Consiglio vivamente la lettura anche e soprattutto a coloro che credono che la statistica sia solo un insieme di aridi numeri.
(Giovanni A. Barbieri e Paola Giacché, Le memorie del paniere : La statistica racconta: un secolo, mille prodotti, cento film, Donzelli 2022, pag. 228, € 7,10 (cartaceo: € 18), ISBN 9788855224307)
Voto: 5/5
Ultimo aggiornamento: 2022-12-24 09:28