Se siete tra coloro che hanno paura della matematica, e già alla parola “frazioni” sentono la pelle d’oca, non preoccupatevi: di matematica in questo libro ce n’è davvero poca. La storia delle frazioni è solo il fil rouge del libro, nel senso che ogni tanto Zimring prende il tema di cui sta parlando e dice qualcosa del tipo “per alzare la probabilità che percepiamo basta far crescere il numeratore e calare il denominatore della frazione corrispondente, e per abbassarlo si fa il viceversa”: e alla fine butta proprio via l’approccio probabilistico passando a quello frequentista (“su 1000 persone sane ce ne sono 10 che risultano comunque positive a un test per una certa malattia”). Il libro si occupa in realtà di scienze cognitive: detto in maniera terra terra, di come noi sbagliamo a percepire le cose, assegnando probabilità completamente errate agli eventi intorno a noi. La prima parte elenca i modi in cui possiamo sbagliare: errata suddivisione dei casi, confirmation bias (cerchiamo involontariamente le cose che corroborano l’idea che ci siamo fatti a priori), cherry-picking (scegliamo apposta le cose che ci fanno comodo); la seconda parte presenta vari esempi – tutti ben noti a chi si occupa di questi temi – di questi errori all’opera. La terza e ultima parte cambia le carte in tavola ed è la più spiazzante, perché mostra come le percezioni errate possono dare un vantaggio competitivo (basta non arroccarcisi…) Ci sono anche alcune proposte di come poter ovviare al fatto che il nostro cervello è tarato in un modo non probabilistico, ma Zimring è il primo a dire che c’è ancora molto da fare in questo campo. Molto utile secondo me l’avere un riassunto alla fine di ogni capitolo, che può servire al lettore per verificare se ha compreso davvero quanto stava leggendo.
(James C. Zimring, Partial Truths : How Fractions Distort Our Thinking, Columbia University Press 2022, pag. 235, € 12,26 (cartaceo: $29.99), ISBN 9780231554077)
Voto: 4/5