Non so se Francesco riuscirà a far portare la Croce alle due donne russa e ucraina nella via crucis odierna, nonostante le rimostranze ucraine non solo da parte politica ma anche religiosa (sia il primate greco-cattolico che quello latino si sono detti contrari, e persino il nunzio apostolico a Kyïv è perplesso). Pensando alla tigna del papa, scommetto di sì.
Inutile dire da che parte sta Sandro Magister: basta leggere il suo commento a riguardo. Da parte mia mi limito a pensare che io sono assolutamente contrario all’aggressione di Putin, ma non vedo perché debba avercela con tutti i russi per partito preso. Non credo che questo gesto cambierà qualcosa, ma almeno dovrebbe farci ricordare che non si deve mai fare di tutta l’erba un fascio.
P.S.: per non ammorbare troppo i miei ventun lettori, riporto qui un altro post di Magister, che riporta la lettera aperta di un gran numero di vescovi, arcivescovi e finanche qualche cardinale contro le proposte del sinodo tedesco. Sono praticamente tutti nordamericani e africani. Aspettiamoci a breve uno scisma.
A pelle, quella del Papa mi sembrava una buona idea: non confondiamo i popoli con i governi.
Capisco però che dopo Bucha e simili immagini la sensibilità degli ucraini sia stata violentemente urtata, e la loro (e nostra) indignazione sia del tutto comprensibile.
Però mi colpisce soprattutto la posizione del nunzio apostolico a Kyiv, l’arcivescovo lituano Visvaldas Kulbokas, riportata dal post di Magister.
“La riconciliazione arriva quando l’aggressione è fermata. Quando gli ucraini saranno capaci non solo di salvare le loro vite ma anche la loro libertà. E naturalmente seppiamo che la riconciliazione avviene quando l’aggressore ammette la sua colpa e si scusa”.
Chiedo per mia ignoranza: dice proprio così il Vangelo?
Da un punto di vista strettamente religioso la risposta è senza se e senza ma: il messaggio evangelico accomuna assalitori ed assaliti, boia e condannati, armati ed indifesi. Il messaggio di pace sarebbe forte con un russo ed un ucraino, assieme, a portare la croce.
Inoltre sappiamo bene che la Russia teme molto una visita del Papa in Ucraina, ed un simile precedente la renderebbe quasi ineludibile.
Va da sé che oltre alla dimensione religiosa esiste quella politica, e qui le pressioni da entrambi i lati sono forti. Non so come andrà a finire, ma sarà una via crucis particolare.
Non ci sarà una scisma, per il semplice motivo che una volta Francesco sarà morto ritornerà tutto come prima, la sua corrente è largamente minoritaria e si ritorna a navigare a vista, ed i falchi avranno la mano pesante e si riprenderanno gli spazi perduti. -questi conflitti esistono da millenni e morto un papa se ne mette su un altro.
Uno scisma, sebbene auspicabile, ma con questo Papa non lo vedo. Purtroppo questo Papa e’ una semplice curato di campagna salito al Soglio di Pietro, Dio solo sa come. Fa uno strafalcione dottrinale dopo l’altro. ma tutti zitti, nessuno osa criticare. Se poco poco il prossimo pontefice cerchera’ di riconfermare la Dottrina della Chiesa, allora ci sara’ uno o qualche scisma. Della quale cosa noi cattolici ce ne freghiamo ampiamente. La Storia insegna che le Chiese scismatiche sono rimaste sempre marginali. Se i Vescovi tedeschi vogliono sposarsi si facessero luterani ed il problema e’ risolto. Concludo; cercare le risposte alle nostre domande direttamente nel Vangelo e’ superficiale ed erroneo. Per questo esiste Santa Romana Chiese. Ma vaglielo a dire …..