Che una cosa come questa la dica Diego Fusaro è una non-notizia, e infatti non avevo nemmeno perso tempo a commentarla. Che la dica Enrico Ruggeri, oltre a farci ricordare che è sempre meglio seguire una persona solo nei campi in cui esperta, merita due parole in più.
Io ho dei grossi dubbi sull’utilità pratica di indossare mascherine all’aperto quando si va in giro, a meno che non ci si trovi in una ressa e quindi si stia vicino alle stesse persone per un po’ di tempo. Questo significa che venerdì mattina ho immediatamente smesso di portarla, e finalmente posso di nuovo vedere cosa c’è intorno a me. (Avete presente gli occhiali appannati?) Ma se qualcuno continua a portare la mascherina quando non c’è obbligo a me non cambia la vita né in un senso né nell’altro. Evidentemente c’è invece gente che ritiene di dover diffondere il suo Verbo, dando dell’imbecille agli altri.
Enrico Ruggeri ce lo eravamo giocato da mo’… https://www.adnkronos.com/enrico-ruggeri-e-il-concerto-senza-green-pass-bufera-per-tweet_VyDWC8HhpFmNY9DRKNDq5
Io la mascherina all’aperto non smetterò di indossarla, tanto porto le lenti a contatto e non ho problemi di appannamento. Il fatto che non sia più obbligatoria non vuol dire che sia vietata. Analogamente, anche se hanno riaperto le discoteche, magari non era il caso di correre subito in pista ad assembrarsi senza mascherina. Come purtroppo si è affrettato a fare qualcuno nella mia bolla…
Neppure a me piace vedere la gente all’aperto con la mascherina, sono d’accordo con Ruggeri che sia un sintomo triste della violenza psicologica (una della tante violenze) a cui siamo stati sottoposti. Perché di questo si è trattato. Si sa già da più di un anno che l’utilità della mascherina all’aperto è nulla e lo sapevano benissimo anche quelli che l’hanno imposta. In alcuni casi l’hanno anche apertamente ammesso che si trattava di strumento di pressione per tenere la gente “all’erta”. Cose folli e infatti io la mascherina all’aperto non l’ho mai portata neppure quando l’hanno resa obbligatoria.
Poi, ognuno faccia quello che vuole. Sono sempre stato favorevole a coprirsi il volto se uno per qualche ragione avesse voluto farlo, anche quando se ne faceva una questione di sicurezza nazionale (vien da ridere a pensarci ora).
Stamattina ho camminato per mezz’ora per tornare a casa dalla scuola dei ragazzi. Non c’era alcun bisogno di indossare una mascherina, visto che i contatti con l’altra gente duravano qualche secondo. Ma se dovessi passare in Galleria o in corso Vittorio Emanuele la terrei eccome: che siano luoghi aperti è assolutamente irrilevante, considerato che siamo tutti appiccicati.
Detto questo, se Ruggeri non avesse parlato di schiavitù mentale ma avesse scritto qualcosa tipo “pensano davvero sia così utile continuare a indossarla?” non me la sarei presa: sarebbe stata una sua legittima opinione, e non una sentenza.
“Violenza psicologica” il mettere regole per rispettare le altre persone. Dovreste subire per un un po’ una vera violenza psicologica, poi smettereste di sparare minchiate, deficienti.
Considera una giornata di commissioni in un contesto urbano, a piedi, con marciapiedi, semafori, isole pedonali, metropolitane e mezzi affollati da prendere, e uffici e locali al chiuso in cui entrare.
Davvero ti metti e togli la fpp2 cinquanta volte al giorno?
E quando la togli dove la metti?
In tasca con le chiavi, il portafoglio, i fazzoletti ?
E poi la rimetti con le mani con cui hai toccato i sostegni del tram ?
Considerazioni che facciamo in molti, eppure a quanto pare sono scelte pratiche impossibili da contemplare per i cosiddetti no mask che da quando è stato tolto l’obbligo all’aperto sono impegnatissimi a ridicolizzare (eufemismo!) chi vedono con la mascherina o chi dice che continuerà a portarla. Su Twitter ho visto alcuni commenti e per curiosità ho dato un’occhiata ai profili degli autori, sicuramente non bot: una sfilza di esternazioni contro chi porta la mascherina, direi una vera e propria ossessione (a proposito di schiavitù mentale…).
Usare la mascherina era consueto in molte città asiatiche già decenni prima della pandemia Covid. E non c’è dubbio che dove c’è affollamento, dove si urla e si canta, dove si “iperventila” la sua utilità esiste. Che i “rapporti umani ravvicinati” siano fonte di contagio è indubitabile; e lo ha dimostrato l’inverno 2020-21, in cui non si è visto praticamente nemmeno un caso di influenza. Parlo per conoscenza diretta essendo “medico-sentinella” della rete Influ-net dell’Istituto Sup Sanità
https://twitter.com/RiccardoGavazza/status/1493106165512814593