Vi è mai venuto in mente cosa può fare un professore di ginnastica se è costretto a fare didattica a distanza? Beh, in realtà sono decenni che non si parla né di “ginnastica” né di “educazione fisica” ma di scienze motorie, e nel programma ci sono anche parti di teoria; quindi non è proprio necessario fare esercizi a corpo libero su Zoom. Se poi il professore in questione non solo è bravo a raccontare le cose ma è anche impegnato per i diritti umani, tanto che è stato anche presidente di Amnesty International Italia, il risultato è questo bellisimo libro, che racconta storie – liete e tristi, come del resto tutta la vita – di atleti che non solo hanno scritto pagine nella storia dello sport ma soprattutto hanno mostrato come non si può assolutamente pensare che lo sport sia separato da tutto ciò che ci circonda, e anzi può aiutare a cambiare il mondo. Tanto per dire, finché De Coubertin fu a capo del Comitato Olimpico Internazionale si oppose fermamente a che le donne potessero gareggiare alle Olimpiadi, e ci vollero ancora tanti altri decenni perché certe gare fossero anche fatte fare a loro.
Ciò detto, penso però il mio amico Paolo Pobbiati abbia giocato un po’ sporco chiedendo (seppure solo su base volontaria) agli studenti di commentare queste sue lezioni che sono state poi raccolte in questo libro: ma magari è proprio questo uno dei compiti di chi insegna!
(Paolo Pobbiati, Invasioni di campo : Undici storie di sport e diritti umani all’ombra della DAD, Vertigo 2021, pag. 222, € 15,90, ISBN 9788862068406)