Stavo pedalando per andare in palestra quando mi telefonano da scuola dicendo che Cecilia non stava bene. Non avendo lei febbre, non devo fare dietrofront e tornare a casa a prendere la macchina; però arrivare in bicicletta e dover tornare a prenderla era piuttosto scomodo: decido allora di legare la bici dove mi trovavo. Avrei potuto prendere due fermate di metropolitana e fare cinquecento metri a piedi, ma ho pensato che sarebbe stato più veloce andare al BikeMi ed evitare di scendere e salire in metro. Mal me ne incolse. Mi sono trovato cinque stazioni completamente occupate: XXV Aprile, San Marco, Principessa Clotilde, Porta Nuova, Moscova/Garibaldi. Alla fine ho lasciato la bici all’Arena e mi sono incamminato verso la scuola.
Fesso tu che non hai guardato subito quali stazioni avevano stalli liberi, mi direte: stacce. E non posso darvi del tutto torto. Però c’è qualcosa che non va, indipendentemente dalla mia stupidità. Come potete immaginare, i flussi dei sistemi di sharing non sono casuali: anche con le auto, è più probabile che di giorno si muovano dalla periferia al centro e di sera capiti il contrario. Uno dei costi maggiori per la gestione di BikeMi sono proprio i furgoni di ClearChannel che vanno avanti e indietro a spostare bici. Non credo però che tutti gli utenti del servizio si siano dati appuntamento a mezzogiorno e un quarto in quella zona; posso immaginare che siano man mano arrivati diciamo fino alle 10-10:30. E posso anche immaginare che nella centrale operativa di BikeMi si siano accorti del gruppo di stazioni piene o quasi. E allora perché non pensare di fare qualcosa al riguardo? Per una singola stazione non vale la pena, per un gruppo sì. (Ah, in questo momento ci sono ancora tre stazioni senza stalli liberi…)
Ultimo aggiornamento: 2021-12-01 17:27