Avete tutti letto della prova di forza della Cina, che in questi giorni ha ripetutamente violato lo spazio aereo taiwanese. Ma probabilmente non avete letto che per la seconda volta di fila la Cina ha posto il veto sull’ingresso di Wikimedia Foundation come osservatore in WIPO, l’organismo sovrannazionale che si occupa della proprietà intellettuale e del copyright.
Non che un osservatore – che per definizione non ha diritto di voto – possa fare molto; però la Cina ha sostenuto che i progetti collegati a Wikimedia «contengono contenuti errati e favoriscono disinformazione in merito alla politica del “One-China-principle” che vede Taiwan come parte della Cina.». D’altra parte, già Wikipedia è generalmente bloccata in Cina; però bisognerà pur cominciare a bloccarla nel resto del mondo, no?
Beh, guarda, un gruppo musicale (celebre nella sua nicchia ma non “universale”) non può entrare a fare concerti in Cina perché in una intervista hanno dichiarato di essere pro-Tibet. Fatte le dovute proporzioni, vedi tu con Wikimedia/Taiwan cosa può succedere…
L’intento comunque non è bloccare Wikimedia nel mondo, cosa a cui ai cinesi non importa nulla, ma bloccarla a casa propria e non creare precedenti “pericolosi” a livello politico. Quindi si blocca.