Repubblica racconta come Apple abbia inserito lo schwa in iOS (vabbè, Google l’aveva fatto sei mesi fa). Solo che non riesce a metterlo nell’articolo “perché il sistema editoriale non riconosce ancora il carattere schwa”.
Eppure il quotidiano romano usa la sua font Eugenio, e non è che ci voglia molto ad aggiungere un glifo (che poi è banalmente una e rovesciata quindi non è neppure una forma da creare ex novo, anche se sarebbe utile. Non vi siete mai accorti di come la ǝ appaia strana? la ragione è quella). Troppo complicato?
Se la piantassero con ‘sta menata dello schwa sarebbe anche meglio. In italiano non esiste, punto. È inutile cercare di rivoltare su sé stessa una lingua millenaria usando asterischi, un carattere distinguibile con gran fatica da una a minuscola o altro del genere.
Lo schwa non mi appassiona per niente, ma non c’è nulla di più ridicolo dell’appellarsi a una “lingua millenaria” che graficamente è cambiata più volte, dall’uso o meno di “j” o “x”, la distinzione tra “u” e “v” ecc. ecc.
Se non dovessimo far evolvere la lingua, parleremmo ancora in latino. Anzi, a grugniti.
Guarda che non è mica un problema del font: sono i software che gestiscono il tutto ad avere il problema nella elaborazione di testi UTF-8, nello specifico il carattere non-ISO 8859. Non è un problema di rappresentazione, ma di trattamento. Il 99% del software in giro ha problemi simili a questo, in tutti i domini.
se apri il sorgente di una pagina di Repubblica trovi
meta charset=”utf-8″
Siamo nel 2021, non nel 2001. Abbiamo già superato da mo’ il plane 0 di UTF-8.
“se apri il sorgente di una pagina di Repubblica trovi”
perdonami se mi viene da ridere, ma il fatto che Worpress/portale supporti UTF-8 lo davo per scontato.
Quello a cui mi riferivo sono i processi back-end con i quali i testi degli articoli (che vanno sul web o sulla carta) vengono processati, e che poi vengono renderizzati (web) o stampati (carta). Nell’ancora più specifico, i tool che i giornalisti usano per inserire i testi, i tool che gli impaginatori usano per raccogliere i testi e formattarli non sono pronti a gestirli, rendendo del tutto inutle il fatto che il livello di renderizzazione web supporti UTF-8. Chi scrive gli articoli il web manco sa cosa è!
ripeto: siamo nel 2021, non nel 2001. Un backend che non supporti utf-8 non può esistere, web o non web.
(mi rotolo dalle risate)
Non posso dirti i particolari perché mi farebbero causa, ma sai che entità legali che fatturano milioni di euro non sono in grado di processare testi con caratteri UTF-8, e che alcune banche, se metti nei portali in certi campi caratteri “strani”, sbarellano o corrompono il testo?
Davvero, davvero, il mondo reale funziona diverso.