Sir Clive Sinclair

Clive Sinclair, morto ieri dopo una lunghissima lotta contro il cancro, era notissimo ai nerd miei coetanei per i suoi microcomputer. (No, non ne ho mai avuto uno). A me però i suoi prodotti hanno sempre fatto venire in mente quello che per me è lo stereotipo della Gran Bretagna dopo la seconda guerra mondiale: “vorrei, ma non posso (più)”. Per dire, lo ZX80 aveva un singolo microprocessore che doveva fare letteralmente tutto: così se uno schiacciava un tasto (sulla tastiera di plastica che fece ammattire chiunque l’avesse avuta tra le mani) si perdeva per un attimo il video. In pratica i computer erano studiati per costare il minimo possibile, con scelte tecniche e costruttive che mostravano immediatamente i loro limiti. Ieri ho scoperto che dopo i computer Sinclair commercializzò un triciclo elettrico (il C5) che non riusciva ad andare in salita… altro esempio della scarsa praticità delle sue invenzioni.

4 pensieri su “Sir Clive Sinclair

  1. Bubbo Bubboni

    Non vorrei alimentare antiche polemiche e riaccendere una flame war che giaceva sopita sotto la polvere del tempo… MA FORSE UN VIC20 TI HA RUBATO L’ACCOUNT??

  2. Fabio

    Oh… da possessore di ZX80 e di ZX Spectrum questa notizia mi rattrista un po’… riposa in pace Sir Clive.

  3. mestessoit

    Sir Clive cercava di fare prodotti di massa al minimo prezzo possibile, quindi tagliando diversi angoli e generando ad esempio i problemi che dici tu, ai quali aggiungerei i problemi di affidabilità dei microdrive sul Sinclair QL, ad esempio. Ma i suoi prodotti avevano un genuino appeal tecnologico-democratico per le masse da tempo scomparso: ora siamo al purissimo device-classismo.

    Io dico che ne servirebbe un altro tipo Sir Clive, ma non credo ne vedremo altri, purtroppo. I tempi sono cambiati e figure del genere sono ormai impossibili.

    1. .mau. Autore articolo

      non è colpa mia se abbiamo file di persone davanti agli apple store..

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