Devo dire che non ho capito la logica che porta Stefano Quintarelli a suggerire che per evitare che i bambini vadano nei social network senza supervisione si chieda SPID e numero di carta di credito. (Dei genitori, ovviamente, perché pare che il bambino non possa avere uno SPID).
Il primo problema è ovviamente che resta ancora da vedere se i genitori avrebbero comunque idea di cosa stiano facendo i figli. Da questo punto di vista sarebbe molto più utile avere un accesso ausiliario in sola lettura associato a quello principale, in modo che almeno si possa vedere cosa i pargoli stiano facendo; questo è indipendente dal modo in cui ci si autentica. Ma quello che soprattutto mi preoccupa è dare dati ufficiali (quelli di SPID) a una azienda terza che opera su Internet. Io sono abituato da decenni a vedere i politici che chiedono più o meno surrettiziamente che si cancelli l’anonimato in rete (anonimato che poi è sempre molto relativo, la polizia postale è molto brava a trovare le informazioni quando servono davvero). Se ora mi ci si mettono anche i tecnici siamo davvero messi male…
Ultimo aggiornamento: 2021-01-27 10:14
Per la precisione: “…SPID o carta di credito”.
Per il resto concordo.
La logica e la politica chiaramente non vanno mai a braccetto. Sparate del genere sono populismi che non servono, ma fanno tanta bella figura.
10, 20, o 100 anni fa, i bambini facevano gli stessi giochi idioti, compreso strangolarsi da soli, a vicenda o incrociati. Dare la colpa a tiktok, a wikipedia oppure all’allineamento dei pianeti, è solo dare aria alla bocca.
Forse 100 anni fa si strangolavano da soli, ma non c’era l’effetto valanga di Internet di oggi: tutti sanno tutto e tutti fanno di tutto. Ai tempi, se andava bene, sapevi ed imitavi solo quel che succedeva nel tuo villaggio. E’ una bella differenza ;-).
ma a voi sembra VERAMENTE normale lasciare un bambino di nove anni con in mano una roba che gli permette di accedere a tutto lo scibile umano senza la più minuscola supervisione?
voglio dire, gli stessi genitori che abbandonano lo smartphone nelle mani del bambino, sarebbero altrettanto indifferenti all’idea di mandarlo, da solo, a ballare in discoteca fino alle cinque del mattino?
ti garantisco che i miei figli non aprono Wikipedia nemmeno per sbaglio. (Quello che fanno è chattare con i compagni e vedere video idioti, tipicamente)
Anche mia moglie è innamorata di TikTok, ma grazie (o per colpa) degli algoritmi di IA, il subset di video che vede non includeva gli strangolamenti, ma certo, video idioti diversi. Come ho sentito dire da qualcuno su Radio 24, il tutto è ingegnerizzato per essere una droga che dà dipendenza ed è vero.
Quintarelli su Twitter ha chiarito che la sua proposta prevede che il genitore si autentichi ma il social NON riceva i dati dell’identita`, solo la risposta “e` autenticato”.
Che manda a pallino le idee balzane di tutti quelli che vogliono “il nome vero” sui social.
Poi non so se l’idea di Quintarelli sia fattibile e/o desiderabile. Sicuramente e` meno peggio.
Concordo che sicuramente è meno peggio. Non conosco abbastanza SPID per sapere cosa il gestore può decidere di fornire al richiedente.
Resta il “piccolo” problema. Il pargolo si deve autenticare su TikTok con l’identità di un maggiorenne, o sbaglio? Un minore può fare lo SPID? Se sì, a chi viene demandato il controllo sull’età?
Dai, diamo tutti i nostri dati anche alla Cina, dopo averli già dati (pun) agli States. Che cosa potrà mai andare storto?