D’accordo, ho barato un po’. Quattro o cinque post hanno cambiato data di pubblicazione, e due o tre sono stati creati a posteriori. Ma oggi sono 1096 giorni di fila in cui questo blog ha (almeno) un post.
Scrivere qualcosa ogni giorno non è facile. Rispetto alle rubrichette che ormai tutti i principali quotidiani hanno in prima pagina io ho due grandi vantaggi: non mi legge quasi nessuno e soprattutto non sono costretto a rincorrere la cronaca; per esempio il sabato e la domenica sono ormai sempre dedicati alle recensioni dei libri che ho letto e al quizzino della domenica, anche se a volte mi capita di aggiungere qualche altro post al volo. Il mio scegliere di aspettare un giorno o due prima di commentare mi dà poi un ulteriore vantaggio, perché ho più tempo per pensarci su e per trovare voci discordanti che mi possono costringere a rivedere alcuni miei pre-giudizi. Insomma, la probabilità che io scriva qualcosa di sensato aumenta :-)
Però vi garantisco che non è affatto facile trovare sempre qualcosa da dire e quindi mi verrebbe quasi da compatire quei giornalisti, considerando che quandoque bonus dormitat Homerus. Diciamo che però da chi è pagato profumatamente mi aspetterei almeno un po’ più di mestiere…
questo tuo post mi ha fatto tornare alla memoria un lontano episodio della mia vita scolastica. Quarta elementare, invece dei soliti pensierini o del solito tema, la maestra ci diede: “tema libero”. E io scrissi due paginette sul tema libero. Ovvero di che cosa cambiava quando invece di parlare di un argomento definito, dovevo essere io a decidere. Pregi e difetti delle varie opzioni. La maestra restò basita, e chiamò i miei per sapere se ero normale…
Mi sembrava uno svolgimento interessante :)