Leggo un comunicato stampa dell’Associazione Italiana Editori che recita testualmente (è un comunicato, spero che il mio blog non verrà oscurato per violazione di copyright per questa mia violazione):
“In relazione all’oscuramento in Italia da parte delle Autorità del sito Gutenberg.org, l’Associazione Italiana Editori (AIE) esprime grande apprezzamento per l’operato dell’autorità giudiziaria e la Guardia di Finanza per l’azione di contrasto alla diffusione non autorizzata di opere coperte da diritto d’autore”. È questa la posizione di AIE sul caso Project Gutenberg, che risulta inaccessibile da alcune settimane per violazione delle norme sul diritto d’autore.
“Le norme europee sul diritto d’autore sono tali da offrire garanzie a tutte le parti in causa. La legge esiste e deve essere rispettata – ha sottolineato il presidente di AIE, Ricardo Franco Levi -. Questo vale anche nel caso di un sito noto e apprezzato come Gutenberg.org”.
Io vorrei avere le certezze di Levi sulle garanzie offerte a tutte le parti in causa. Purtroppo dubito della cosa, considerando che il giudice romano non ha mai avvisato Project Gutenberg del provvedimento da lui richiesto: questo lo so, perché ho parlato con il CEO della fondazione che gestisce Project Gutenberg. In effetti trovare a chi scrivere è stata un’operazione molto complessa e non certo alla portata di chiunque: devo averci messo almeno tre minuti, compiendo astruse operazioni come cercare chi ha registrato il dominio e guglare quel nome-e-cognome. Ma non è questo che vorrei chiedere a Levi, ma una cosa più vicina alle sue competenze.
Supponiamo che io – Maurizio Codogno – avessi voluto leggere Una donna di Sibilla Aleramo (che è morta nel 1960, e quindi secondo le norme italiane sul diritto d’autore non entrerà nel pubblico dominio fino al 2031) e fossi finito a scaricarlo dalle pagine di Project Gutenberg. In questo caso io avrei commesso un reato, secondo l’articolo 171 “semplice” della legge 633/41. (Non entra in gioco l’articolo 171 ter, perché la duplicazione dell’opera sarebbe per uso personale e non a fine di lucro). Questo vale in genere per tutte e diciannove le opere (su più di sessantamila) di autori italiani legalmente disponibili negli USA ma non in Italia; e non avrei avuto nulla da eccepire se il giudice avesse bloccato tutte e sole quelle diciannove opere. Sarebbe più corretto perseguire chi le ha scaricate anziché impedire la possibilità di compiere il reato, ma non divaghiamo.
Ho scelto Una donna perché mi pare sia l’unica delle diciannove opere incriminate ad avere edizioni in commercio (anche in ebook) e per cui quindi non posso avere la scusa di non poterla acquistare legalmente. Guardando sull’OPAC SBN, mi pare di capire che dopo l’edizione Treves del 1919 e quelle Mondadori dal 1931 al 1944 i diritti (cartacei) sono passati a Feltrinelli. Mi chiedo però come mai esista anche un’edizione cartacea di StreetLib e due in ebook di Aliberti e KKien Publ. Int.
Dottor Levi, come presidente dell’AIE potrebbe chiedere agli editori in questione di rendere pubblici i contratti in questione – naturalmente oscurando la parte su indirizzi, compensi e tirature previste per l’edizione cartacea, che sono informazioni sensibili e non sono certo importanti in questo contesto – in modo che sia chiaro a tutti come bisogna procedere legalmente per pubblicare un libro? Per quanto riguarda le edizioni in ebook sarei davvero curioso di scoprire chi sono gli eredi di Sibilla Aleramo che hanno concesso i “diritti di riproduzione su supporto elettronico, magnetico, ottico e digitale che ne consentano la lettura, riproduzione, trasmissione e comunque la fruizione attraverso i media conosciuti dalle parti”; la mia speranza è che il contratto non sia infatti stato dato in esclusiva, e che quindi possiamo chiedere agli eredi in questione se ci danno una licenza che ci permetta di pubblicare il testo su Wikisource. Nel malaugurato caso in cui non riesca a trovare tali contratti, sarebbe così gentile da segnalare la cosa alla magistratura, perché faccia gli adeguati controlli? Grazie mille.
PS: Immagino che Ricardo Franco Levi non sia un lettore del mio piccolo blog. Però magari tra i miei ventun lettori c’è qualcuno che lo conosce e può segnalarglielo. Sono una persona fondamentalmente ottimista!
Salve, ma la lista delle 19 opere incriminate c’è nel verbale di squesto ?
Oppure l’ha dovuta ricavare lei con interrogazioni sul sito del progetto Gutember ?
Io non ho accesso agli atti (c’è un allegato che però non è a quanto ne so pubblicato). Ho semplicemente aperto la pagina dell’elenco delle opere in lingua italiana e controllato quali sono di autori morti dopo il 1949.
(Per la cronaca: questa mia operazione non è illegale, non avendo io scaricato nessuno di quei testi)