La montagna stavolta non ha nemmeno partorito il poverbiale topolino. Nell’esortazione apostolica seguita al sinodo sull’Amazzonia papa Francesco non ha detto nulla sulla possibilità di ordinare sacerdoti i cosiddetti “viri probati”, diaconi di una certa età e uomini sposati. La cosa ha spiazzato tutti i media che davano da mesi se non anni la cosa per certa, ma ha anche spiazzato i tradizionalisti che nonostante il fuoco di fila di lamentazioni sembravano essersi rassegnati. Poi è chiaro che Magister e amici hanno continuato a lamentarsi: timeo papam et novitates non ferentem. Ma quello sta nella natura delle cose.
Quello che io trovo più interessante è che se ci fate caso Bergoglio sta continuando nella strategia del non decidere. Non state lì a tirare fuori quella noticina all’interno di Amoris laetitia che permetterebbe la comunione ai divorziati risposati: non è nulla di diverso da quanto scritto già nei documenti conciliari. Le eccezioni continuano a essere eccezioni, insomma, senza nessuna ufficializzazione. Come mai? La mia sensazione è che il papa, da bravo gesuita, sappia perfettamente che un qualunque cambiamento in una struttura mastodontica come la chiesa cattolica genererebbe una quantità di problemi: molto meglio gettare il seme ed aspettare che qualcun altro poi raccolga.