Tra gli annessi e connessi dello smarrimento del mio portafoglio, c’è stata anche la necessità di cambiare la carta Fìdaty dell’Esselunga. Sono passato in negozio, e in cinque minuti avevo la carta nuova dove erano già anche stati inseriti i pochi punti che erano in quella vecchia (in genere è Anna che usa la sua tessera per le spese). La settimana dopo mi è capitato di dover comprare due cose: guardo lo scontrino, vedo che segna tutti gli acquisti, immagino che io debba rifare la trafila della dematerializzazione, e quindi vado sul sito.
Arrivo, mi dice che non ci sono carte associate – e vabbè, potrebbe essere comprensibile – ma non trovo come aggiungere la nuova tessera. Provo il motore di ricerca interno, ma è di quelli che non servono assolutamente a nulla. Memore del fatto che scrivere all’assistenza darà risposta in un mesetto, provo il numero verde: peccato che non sia riuscito a immaginare una successione di numeri che mi permettesse di parlare con un operatore. Alla fine ritorno sul sito, e scopro la faq mostrata qui in cima.
Qualcuno mi spiega perché occorrono tre-quattro settimane per completare un’operazione fatta in cinque minuti in negozio per tutte le cose che servono davvero? Il numero della nuova carta deve essere miniato in oro dai monaci tibetani che gestiscono il sito?
Secondo me potrebbe essere uno di questi quattro casi:
a) deve girare un batch mensile di riconciliazione
b) i monaci tibetani sono impegnati fino a febbraio a complicare l’interfaccia utente delle casse automatiche
c) una banda di hacker comunisti ha riscritto le FAQ di Esselunga
d) entrambi a) e b)