Pupi Avati non si è accontentato di girare questo film: ha cominciato con il pubblicare il romanzo omonimo e poi ha cercato qualcuno che glielo producesse. Il risultato immagino sia molto simile al libro: Avati è voluto ritornare al cosiddetto “gotico padano”, raccontando una storia di religione, superstizioni e politica ambientata nel Veneto del 1952.
A me il gotico non piace, e almeno un paio di scene sono assolutamente inutili nel contesto; per il resto, mi ero immaginato il finale – anche se non pensavo che fosse per l’appunto l’ultima scena del film – il che dimostra che la struttura è stata costruita bene. Peccato però che la trama faccia molta acqua, o almeno né io né Anna siamo riusciti a capire cosa il regista volesse esprimere, oltre al banale “non si salverà nessuno”. Anche la recitazione non è sempre stata all’altezza: diciamo insomma che se vi piace il genere potete andare a vederlo e probabilmente gustarlo, ma altrimenti potete tranquillamente lasciare perdere.
http://www.i400calci.com/2019/08/io-di-il-signor-diavolo-non-mi-prendo-nessuna-reponsabilita-e-colpa-vostra/ :)
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Trattandosi di me, pensavo che i tuoi cani da guardia mi facessero sempre e comunque le feste ;) :*