 Ho letto per la prima volta questo libro (Paolo Zellini, Breve storia dell’infinito, Adelphi 1980, pag. 257, € 20, ISBN 9788845909481, link Amazon) più di trent’anni fa, dopo avere seguito qualche lezione di teoria della complessità tenuta da Zellini all’università di Pisa. Risultato: non ci ho capito nulla. Ora, dopo trent’anni, l’ho ripreso in mano e finalmente ho capito qualcosa: non tutto, perché il testo è davvero pesante e le mie conoscenze di filosofia sono ridotte, ma abbastanza per riuscire a seguire il filo del discorso. Le parti migliori sono a mio parere quella iniziale sul concetto di apeiron tra i greci e quella finale che mostra come il “paradiso di Cantor”, con l’attualizzazione dell’infinito, è meno sicura di quanto si legge nei vari testi divulgativi e no. Insomma, non è il testo migliore per comprendere come l’infinito viene trattato in matematica a meno che non si abbia già un’idea oppure si abbiano ottime basi di filosofia.
Ho letto per la prima volta questo libro (Paolo Zellini, Breve storia dell’infinito, Adelphi 1980, pag. 257, € 20, ISBN 9788845909481, link Amazon) più di trent’anni fa, dopo avere seguito qualche lezione di teoria della complessità tenuta da Zellini all’università di Pisa. Risultato: non ci ho capito nulla. Ora, dopo trent’anni, l’ho ripreso in mano e finalmente ho capito qualcosa: non tutto, perché il testo è davvero pesante e le mie conoscenze di filosofia sono ridotte, ma abbastanza per riuscire a seguire il filo del discorso. Le parti migliori sono a mio parere quella iniziale sul concetto di apeiron tra i greci e quella finale che mostra come il “paradiso di Cantor”, con l’attualizzazione dell’infinito, è meno sicura di quanto si legge nei vari testi divulgativi e no. Insomma, non è il testo migliore per comprendere come l’infinito viene trattato in matematica a meno che non si abbia già un’idea oppure si abbiano ottime basi di filosofia.