La tesi che Harari espone in questo suo libro (Yuval Noah Harari, Sapiens: da animali a dèi : Breve storia dell’umanità [From Animals into Gods : A Brief History of Humankind], Bompiani 2014 [2011], pag. 544, € 9,99, ISBN 9788858766811, trad. Giuseppe Bernardi, link Amazon) è semplice: L’Homo sapiens ha fatto fuori tutti i suoi concorrenti (e ce n’erano!) perché grazie a chissà quale mutazione ha imparato a “credere a sei cose impossibili prima di colazione”. Le religioni sono messe allo stesso piano delle leggi o degli enti giuridici: parlano di cose che non esistono, ma che tutti (o quasi) accettano.
Il punto di vista di Harari è sicuramente spiazzante e quindi ci costringe ad azionare il cervello e ripensare a quanto abbiamo sempre dato per scontato: per esempio il motivo per cui gli europei sono riusciti a dominare è per lui fondamentalmente la loro curiosità e il pensare in grande. L’unica parte che mi ha convinto poco è quella sul presente, dove l’autore è molto ottimista sulla nostra capacità di trovare tutta l’energia che vogliamo. È vero che finora siamo sempre riusciti a trovare qualcosa di nuovo, ma questa è per me soprattutto fortuna.
Nota negativa sulla traduzione di Giuseppe Bernardi. Se in tre pagine io trovo due frasi che evidentemente sono errate vuol dire che c’è qualcosa che non va.
Ultimo aggiornamento: 2018-05-19 23:14