La casualità delle mie scelte di lettura ha fatto sì che mi capitassero due libri di cosmologia di fila. In questo caso (Stuart Clark, L’universo, questo sconosciuto [The Unknown Universe], Dedalo 2017 [2017], pag.256 , € 18, ISBN 9788822002693, trad. Valeria Lucia Gili, link Amazon) Clark fa una trattazione molto più ampia di quella di Balbi: non che si debba o voglia fare una graduatoria, perché i due approcci sono completamente diversi. Clark scrive molto bene ed è chiara la sua volontà di raccontare quello che succede ora nella cosmologia, e d’altra parte questo è il suo lavoro di scrittore scientifico. Quindi localmente è tutto bello e comprensibile, oltre che posto in un contesto storico che fa apprezzare meglio le cose e condito da aneddoti gustosi in stile americano come l’incontro brussellese tra Einstein e Lemaître. Quando però la lettura termina, rimane un senso di vuoto, non dovuto alla vastità dell’universo quanto alla eterogeneità dei temi trattati. La mia sensazione è che Clark abbia ripreso quanto aveva scritto sulle riviste e l’abbia inciccito; ma non l’ha ripensato in modo unitario. Risultato? Si scoprono tante nozioni puntuali, ma l’universo resta ancora più sconosciuto. Una nota positiva: è bello leggere di come gli scienziati lavorano, facendo ipotesi sempre più indirette. Spesso noi crediamo che quello che dicono gli scienziati siano verità assolute: qui si vede che non è proprio così. Buona la traduzione di Valeria Lucia Gili.
Ultimo aggiornamento: 2020-01-31 20:05