Un paio di giorni fa Roberto Natalini mi scrive dicendo che ha scoperto un sito, lnx.scienceonline.it, che copia da destra a manca contenuti scientifici, senza nemmeno cambiare una parola, postando il tutto con un bel © 2017 Stefano Pierini. Ci sono post di MaddMaths!, di Scienza in rete, dal sito Mathesis torinese e via discorrendo. Quando Natalini ha segnalato la cosa sul gruppo Mathesis, dove Pierini è iscritto, questi si è immediatamente inalberato, sfoggiando una proprietà di linguaggio degna di un brufoloso quattordicenne. (Nel caso Pierini abbia cancellato i suoi post mentre mi state leggendo, qui c’è un parziale screenshot). Oltre a Pierini, tra i commenti a quel post c’è stato un muro di testo scritto da Annamaria Mangione, che poi si è presentata come moglie di Pierini.
Qual è la linea di difesa dei due, a parte gli insulti, e frasi come quella di Mangione «mi sembra di capire che si e’ lamentato uno che gia’ tiene un sito prendendo egli stesso articoli di altri autori…» (il che non è così strano, visto che MaddMaths! è un blog di gruppo, e quindi gli articoli sono scritti – e firmati dai singoli autori)? Semplice. Il sito di Pierini non ha pubblicità, e quindi a suo parere può copiare tranquillamente tutto e metterlo a nome suo, perché tanto lui non ci guadagna; la sua è un’opera meritoria perché permette alla gggente di scoprire cose che non sapeva. (Non ho ben capito perché la gggente in questione dovrebbe seguire il suo blog e non gli altri, ma poi magari lui me lo spiegherà.) Come avrete capito, questo è il classico argomento usato per scopiazzare le immagini: “foto presa da internet” e ci si para il culo. Beh, non è proprio così. Suggerisco a Stefano Pierini di leggere la definizione di “plagio” (per esempio dallo Hoepli):
«plagio [plà-gio] s.m. (pl. -gi) – 1 DIR Appropriazione, riproduzione e pubblicazione anche parziale di un’opera altrui, letteraria, scientifica, artistica, che si fa passare come propria: commettere un p.»
Forse però quel testo è troppo stringato per Pierini: lo inviterei pertanto a leggere questa Guida sul diritto d’autore. In pratica,
Indipendentemente dai diritti di utilizzazione economica dell’opera, l’autore ha e conserva, anche dopo la cessione di essi, una serie di facoltà, chiamate diritti morali.
Detto in altro modo, i soldi sono una cosa, dire chi ha scritto un testo è tutta un’altra cosa. Tipicamente chi scrive sul web non è interessato più di tanto ai soldi (ci sono eccezioni, è vero, ma sono relativamente poche). Però visto che mettere le cose in maniera abbastanza comprensibile gli è costato lavoro, mi pare il minimo che quel lavoro gli sia moralmente riconosciuto, checché ne pensino Stefano Pierini e Annamaria Mangione. Altrimenti si parla appunto di plagio, punito come dall’articolo 2577 comma 2 del codice civile. Notate che non si sta affatto parlando di copyright, tra l’altro: questa è una storia diversa. Per esempio, uno non può tradurre un’opera sotto copyright, perché tra i diritti del creatore c’è anche quello sulle opere derivate, quale è una traduzione.
Sono però certo che Stefano Pierini, forte della sua conoscenza dell’analisi complessa (suo commento: «Studia che non ci capisci un cavolo sulla z di Rienmann …. ecco perché critichi») ora riscriverà con parole sue i post e li renderà ancora più comprensibili al volgo!
Ultimo aggiornamento: 2018-06-07 15:39
Sì, però non è che la risposta di Roberto Natalini sia da meno… “Diffidare a copiare” significa che Natalini intima a Pierini di (continuare a) copiare, e non credo proprio che sia questo ciò che Natalini intendeva!
#DiffidareDa #DiffidareA
Dov’è Isa quando il refuso non è di .mau.? :-D
come vedete dallo screenshot, Pierini non è stato molto contento di quanto scrissi sei mesi fa, facendo un po’ di confusione tra plagio, diffamazione e lite temeraria. Per la cronaca, sono andato a vedere cosa era postato oggi sul sito. Questo post si direbbe originale. Questo (copia su archive.is) è invece identico a una pagina di Sapere più una traduzione (da Google Translate? nessuno scriverebbe “Si verifica una volta nella mitologia greca ed è di forma omerica”, se non traducendo automaticamente ” It occurs once in Greek mythology, and is of Homeric form” ) della voce di en.wiki, il tutto senza alcuna citazione delle fonti originarie copiate o tradotte. Questo (copia su archive.is), sempre senza alcuna citazione, copia questo post di Clarke è Vivo più la traduzione automatica della voce della Britannica, dove non c’è nemmeno la flebile scusa di una licenza Creative Commons – che comunque non è rispettata perché non viene indicata la fonte.
Insomma sono abbastanza certo che se verrò effettivamente denunciato alla polizia postale potremo vederne delle belle. D’altra parte qualcuno deve pur cominciare a lottare contro chi sfrutta il lavoro altrui, no?