La quarta di copertina di questo libro (Giulio Giorello (ed.), Introduzione alla filosofia della scienza, Bompiani 1999 [1994], pag. 445, ISBN 9788845241239) afferma “Questo volume è rivolto a studenti universitari, a insegnanti e a tutti coloro che ritengono che le teorie scientifiche non siano semplici “ricette di cucina” (Croce) ma tentativi audaci e coraggiosi di interpretare e cambiare il mondo. Mah. Secondo me è adatto solo a studenti universitari (di filosofia). Io ho una formazione scientifica e non certo filosofica, e ho preso questo libro pensando che come dice il suo titolo fosse una introduzione alla filosofia della scienza, e quindi spiegasse i concetti di base. Mi sono trovato invece di fronte a un gruppo di saggi (i “capitoli” del libro); gli ultimi tre, di Roberto Festa, Matteo Motterlini e Giulio Giorello, sono riuscito a seguirli abbastanza, ma il primo (di Giorello e Motterlini) presupponeva una quantità tale di conoscenze pregresse da farmi sentire uno buttato in mezzo a una piscina per vedere se imparava a nuotare da zero, e gli altri tre (di Michele Di Francesco, Bernardino Sassoli e Maria Spranzi) li ho piantati dopo poche pagine senza alcun rimpianto. Alla fine della lettura ho in effetti un’idea più chiara del significato degli slogan su falsificabilità e paradigmi che sentiamo sempre raccontati (anche se più che Kuhn sono Lakatos e Feyerabend a essere contrapposti a Popper); ma ho il sospetto di aver fatto molta più fatica di quanto sarebbe stato effettivamente necessario.