Stanotte è morto Totò Riina, dopo che ieri sera era entrato in coma. Stranamente non ho visto su Facebook (rectius: sulla mia bolla Facebook personale) moltissimi commenti, non dico in confronto all’eliminazione della nazionale dai Mondiali ma proprio in assoluto.
Io mi limito a ripetere quello che scrissi quando alcuni anni fa gli furono negati gli arresti domiciliari chiesti dai suoi legali viste le cattive condizioni di salute. Riina aveva diritto a tutte le cure mediche esattamente come una qualunque altra persona; ma non vedo perché potesse uscire dal carcere. Non era pentito. Perché avrebbe dovuto essere “premiato”?
Ultimo aggiornamento: 2017-11-17 12:36
Perché per le cure mediche cui aveva bisogno (riporto le richieste del suo avvocato, poi approvate, non le mie convinzioni personali) non potevano essere date in carcere col 41bis. Dato che il codice carcerario perevede espressamente tale eventualità, gli è stata concessa.
Tecnicamente questo npon si chiama premio.
Poi che questi somigli molto ad altri suoi compari dichiarati infermi di mente e per questo semigraziati, beh, speriamo almeno che Lui abbia dato oltre ai soldi qualche altra contropartita.
Ma non mi pare che le cose siano andate esattamente così. Riina non è stato inviato ai domiciliari, bensì è rimasto nella struttura ospedaliera con reparto specifico per detenuti, dove era – sempre in regime di 41 bis – già ricoverato e dove gli sono state garantite le condizioni di vita e di cura dignitose previste dalla legge. La sentenza della Cassazione aveva giudicato carente la motivazione con cui il tribunale di sorveglianza di Bologna aveva rifiutato la sospensione della pena o i domiciliari richiesti dall’avvocato di Riina. C’è stato poi anche un sopralluogo della Commissione Antimafia e un riesame da parte del tribunale di Bologna. E’ stato quindi confermato che Riina era adeguatamente curato e seguito nell’ospedale di Parma, essendo appunto rispettate le condizioni richieste di dignità, etc.