Supponiamo che un giornalista d’inchiesta riceva un dossier esplosivo da qualcuno che potrebbe effettivamente essere in una posizione tale da prenderlo e farne una copia. Supponiamo anche che il dossier però non sia firmato né protocollato. Cosa fa un giornalista d’inchiesta? Cerca faticosamente altre fonti che confermino oppure smentiscano il dossier. Nel secondo caso si intristisce un po’ perché ha perso del tempo inutilmente; nel primo caso si frega le mani e si prepara al colpo della sua vita.
Cosa fa invece Emiliano Fittipaldi? Prende il dossier, forse cerca altre fonti che però non trova, e a questo punto grida al mondo che ha un documento che «Se è vero, apre squarci clamorosi[…]. Se falso, segnala uno scontro di potere senza precedenti». Da questo punto di vista persino Wikileaks è eticamente più corretto, perché butta fuori la roba senza aggiungere commenti. Leggendo l’articolo troviamo un’arrampicata sugli specchi dall’inizio alla fine, anche perché una volta gli è andata bene con i giudici del Vaticano ma non è detto che la seconda sarà ancora così.
Sulla vicenda Emanuela Orlandi io non so quanto sappia la Santa Sede: presumibilmente più di quello che afferma pubblicamente, probabilmente nulla che possa davvero servire (salvo al limite per mettere una lapide su una tomba). O magari non è così, e non ne sa davvero nulla. Quello che però posso dire è che un giornalismo d’accatto come questo non porterà assolutamente a nulla, se non a qualche clic in più.
Ultimo aggiornamento: 2017-09-18 19:07
«Cosa fa invece Emiliano Fittipaldi? Prende il dossier, forse cerca altre fonti che però non trova, e a questo punto grida al mondo che ha un documento che «Se è vero, apre squarci clamorosi[…]. Se falso, segnala uno scontro di potere senza precedenti»».
E non è manco l’unico purtroppo: Alberto Melloni (studioso cattolico notoriamente progressista, facendo anche parte della Scuola di Bologna dossettiana) sostiene che sia l’ennesimo tentativo per tentare di far sfigurare il Papa. Naturalmente quando Vatileaks 1 colpi Ratzinger si guardò bene dal difenderlo.
«perché una volta gli è andata bene con i giudici del Vaticano ma non è detto che la seconda sarà ancora così».
Lo spero anche se ci credo poco. Anche stavolta sarà dura dimostrare che “i documenti” li ha presi in territorio vaticano. Ricordiamo che la sentenza asseriva che Fittipaldi è un ricettatore, ma che non è condannabile perché i documenti secretati li ha carpiti fuori dalle sacre mura…
«Sulla vicenda Emanuela Orlandi io non so quanto sappia la Santa Sede: presumibilmente più di quello che afferma pubblicamente, probabilmente nulla che possa davvero servire (salvo al limite per mettere una lapide su una tomba)».
Che sappia più di quanto possa/voglia dire pubblicamente è ormai evidente, dopo l’affermazione del Papa al fratello di Emanuela all’uscita della parrocchia di Sant’Anna (una delle due vaticane): “Emanuela è in Cielo.”
«O magari non è così, e non ne sa davvero nulla. Quello che però posso dire è che un giornalismo d’accatto come questo non porterà assolutamente a nulla, se non a qualche clic in più».
E tanti soldini in più a Fittipaldi, che ha già pronto il libro ad hoc da vendere soprattutto a Natale.
Tecnicamente parlando la ricettazione qui non è configurabile, direi appropriazione indebita (almeno per il diritto italiano).
Per carità, a me ste cose piacciono poco, ma possibile che nessuno dica a chiare lettere che anche se fosse tutta una bufala, il Vaticano ce ne esce male?
il che probabilmente è il vero scopo dello “scoop”.
No in questo caso non è ricettazione, trattandosi di documenti falsi e non di documenti secretati rubati e comprati da terzi. Mi riferivo alla sentenza di VatiLeaks 2.
Sicuramente ne escono male alcuni personaggi in Vaticano (quelli che si sono messi a produrre questo documento di centinaia di pagine per chissà quale vendetta… Tra parentesi il Card. Re, che è uno dei destinatari fittizi, è vivo e ultraottuagenario: la vendetta da vivi ad un mezzo rinco è ancora più crudele).
È sicuramente il vero scoop: far uscire male il Vaticano, sebbene la colpa sia plausibilmente di pochi.
Ma il Vaticano era già uscito male dalla vicenda da tempo e secondo me l’uscita più infelice è stata proprio quella di Papa Francesco, che anziché mantenere il più totale riserbo sulle indagini interne se n’è uscito con quell’infelice: “Emanuela è in Cielo.” Se vuoi parlare parla, ma ‘ste mezze parole ti rendono complice, se davvero ci sono responsabilità interne.
La Giustizia, specie quella divina, non è quantitativa. Se un pugno di cardinali fa queste cose, rimane comunque gravissimo per tutta la struttura (etica e non).
Senza contare che chi predica bene e dice agli altri di fare altrettanto, deve aspettarsi (ed è lecito sia così) un trattamento più severo di altri.
More power, more responsability.
Per quanto riguarda le dichiarazioni che fece pochi anni fa la buonanima di padre Gabriele Amorth, S.S.P., all’epoca esorcista della/del Diocesi/Vicariato di Roma le avete sempre ritenute implausibili e frutto di demenza senile?
Ne parlò anche Chi l’ha visto, che ha dedicato molte trasmissioni al caso. Il padre esorcista ebbe a dire intervistato che era venuto a conoscenza del fatto che Emanuela venne uccisa al termine di un’orgia con la presenza di vescovi ed altri prelati dipendenti in Vaticano… Sembra davvero surreale, ma a questo mondo a volte le cose più surreali si verificano davvero.
Segnalo questo post di Giovanni Tridente che spiega molto meglio di me la questione.