Quando ero ragazzo, ma anche dopo, c’erano file di persone che andavano a riempire bottiglie, bottiglioni e finanche damigiane d’acqua alla fontanella torinese di piazza Rivoli, che le leggende metropolitane favoleggiavano essere direttamente collegata alle sorgenti del Pian della Mussa (effettivamente una delle fonti di approvvigionamento municipali, ma non credo con tubazioni separate). In questi anni è invece invalsa, almeno in Lombardia, l’usanza delle case dell’acqua: luoghi dove l’acqua del rubinetto viene raffreddata, eventualmente gassata e lasciata a disposizione dei cittadini. Davanti all’Ikea di Carugate è teoricamente ottenibile usando la tessera IkeaFamily, ma l’ho anche presa senza tessera; a Milano per evitarw abusi occorre usare la tessera sanitaria e vengono erogati 6 litri al giorno per persona.
Anche qui a Chiavari ho scoperto esistono le “case dell’acqua”: solo che siamo in Liguria e quindi l’acqua la paghi (5 centesimi il litro, si possono inserire monete oppure acquistare una tessera a scalare). A parte le battute, non sono intrinsecamente contrario al fatto che il servizio abbia un costo per l’utente: mi limito a osservare che – siamo pur sempre in Liguria – non mi è mai capitato di vedere nessumo prendere l’acqua, il che significa che si sono sprecati soldi per mettere il distributore
Questi distributori d’acqua invece in giro per la Romagna hanno un successo notevole, vedo spesso 4/5 persone in fila in attesa del loro turno.
Per dovere di cronaca in Romagna (almeno nei comuni che ho frequentato) l’acqua naturale è gratuita mentre quella addizionata di anidride carbonica prevede un modesto pagamento.
Ci sono poi diverse “case dell’acqua” private (a Lugo almeno due) che fanno la stessa identica cosa ma con filtri differenti e quindi l’acqua assume nomi degni di Goldrake.
In romagna anche io ho visto diverse persone costantemente in fila; il relativo successo è probabilmente dovuto al fatto che almeno lì è gratis.
Vorrei sottolineare la psicologia della gente che è disposta a spostarsi per prendere la stessa identica acqua che esce dai rubinetti di casa e che davvero può essere definita a km zero.
Nota: mi vengono i brividi ogni volta che vedo il prefisso delle migliaia scritto in maiuscolo, qui però siamo ad un altro livello scrivendo KM…due lettere due errori. Il top però l’ho visto qui in Svizzera: kWh scritto Kw/H: 4 errori in 4 lettere
Poveri gradi kelvin! Tirati in ballo senza colpa, come se fossero chili di troppo!
È perché ce ne sono sempre così tanti nella nostra vita tipica.
La barra / non è una lettera (semmai è un carattere). Anche tu hai commesso un errore.
Anche la definizione di km zero è contestabile, l’acqua che esce dalla “casa dell’acqua” vicino a me ha percorso circa 100 km in tubazioni.
Ok, 4 errori in 4 caratteri
:-/
Rispondo in punta di fioretto invece per il km zero dell’acqua.
Dovendo per forza arrivare nelle singole case la distanza a partire dalla quale calcolare i km percorsi per approvvigionarsi partono proprio da casa.
Non è corretto applicare all’acqua il principio ad es. della frutta e verdura che, in linea puramente teorica, potremmo anche coltivare nell’orto di casa ma che per comodità ed economia la facciamo arrivare da mezzo mondo.
Certo potremmo costruirci una casetta sulle sorgenti dei fiumi ma già mi vedo orde di ambientalisti pronti a darle fuoco…
Per assurdo 50 anni fa l’acqua era a km zero perché prelevata da pozzi artesiani che la erogavano direttamente dalla fontanella accanto. Con i filtri che sono nella casa dell’acqua quella dal pozzo artesiano potrebbe essere facilmente paragonabile a quella della diga di Ridracoli.
Altrimenti anche il metano che consumo è a km zero perché viaggia dentro tubature dalla Siberia a casa mia senza necessità di alcun mezzo di trasporto.
Qui da me (cittadina della Riviera di ponente) il distributore è parecchio utilizzato, soprattutto per l’acqua frizzante. Il prezzo è uguale a quello di Chiavari.
Mi diceva il collega di Bresso che a Bresso la paghi cinque centesimi, con tessera prepagata, ma non rammento se tutta o solo quella gasata
Ti confermo che non è molto utilizzata, ma considerata la posizione non mi stupisce (tra l’altro vicino a quella mi pare ci sia anche la fontanella dal parchetto giochi). Direi che sono un po’ più utilizzate in periodi dove la gente non va al mare.
sì, dall’altra parte della strada c’è una fontanella “standard”. Però penso che abbia un target diverso: alla fontanella bevi qualche sorsata, non ti fai il pieno.