Duemila anni fa i romani avevano costruito acquedotti verso l’Urbe da tutti i dintorni, e la città era letteralmente piena d’acqua (occhei, con il piccolo problema del piombo che ha minato la salute di chissà quante persone). Ora si rischia il razionamento.
Lo so, oggi Roma ha il triplo di abitanti di allora e consumerà trenta volte tanta acqua; ma è comunque qualcosa che fa pensare.
Ultimo aggiornamento: 2017-07-23 12:40
A parte che ci sarebbe una parentesi da chiudere, ma sinceramente speravo in un tuo commento sul lato matematico della cosa. Io ovviamente non me ne sarei mai accorta: ma vivo con uno che a queste cose ci fa caso, e ieri diceva: “Se ACEA preleva da Bracciano l’8% del fabbisogno d’acqua della capitale, come fanno a dire che ci sono 1.500.000 romani che resteranno senz’acqua, o se la vedranno anche solo razionata?”.
Tesoro, questa è politica, mica matematica. La regione PD blocca il deflusso dal lago e il comune M5S si lamenta subito. I numeri in gioco sono irrilevanti.
No no, pay attention: il comune si è ben guardato dall’intervenire, è stata solo ACEA nella persona del suo AD a incrociare le lame con la presidenza della Regione (sparando numeri a casaccio, sembrerebbe). Il sindaco sì, m’aspettavo li prendesse per le orecchie tutti e due, gli dicesse ADESSO VOI VI SEDETE QUI E NON VE NE ANDATE FINCHÉ NON AVETE TROVATO UNA SOLUZIONE, invece si è limitata ad “auspicare”.
Mi risulta che l’amministratore delegato di Acea sia stato nominato tre mesi fa e il socio di maggioranza sia il comune di Roma, però.
Appunto! Mi sarei aspettata una presa di posizione lievemente più corposa di “auspico”! Ma pensa quanto so’ scema, che ancora mi aspetto cose dalla Raggi.