Come avevo scritto ieri, sono stato all’UCI Bicocca a vedere un film. Sarà la stagione morta, ma mi pare che non sia poi messo così bene: non c’era praticamente coda in biglietteria, le distributrici di schifezze varie erano tutte “momentaneamente non funzionanti – rivolgersi al bar”, c’era una sezione transennata nella sala 13 dove siamo andati, i vespasiani nei bagni erano coperti. Al piano di sotto dove si mangia la situazione mi sembrava più normale, ma non ho fatto un controllo rapido.
Nella parte esterna del complesso ho finalmente visitato il “Supermercato del futuro” Coop, che continua a tormentarmi con le pubblicità su Radio Popolare. Come dimensioni è poco più di un superette, ma del resto a neanche un chilometro c’è l’Ipercoop al CentroSarca; la parte “futuristica” si estrinseca nell’avere solo casse automatiche e una serie di monitor touch screen che – se la connessione HDMI funziona – mostrano le caratteristiche dei prodotti ivi venduti. Aggiungiamo le pareti dipinte di marrone e un’illuminazione bassa, l’opposto di quella che ci si aspetta in un supermercato, e vi lascio immaginare la sensazione di oppressione che mi è arrivata.
Io dico “la superette” e vedo che anche i redattori di Wikipedia in lingua italiana fanno altrettanto. Però la Treccani lo scrive al maschile come te; del resto l’abbiamo acquisito dagli americani e non dai franzosi.
non parlando correntemente francese ho usato il maschile che è la norma per i prestiti. Al limite l’errore è che è il Supermercato del futuro mi sa sia più grande di un/una superette.
Dalla descrizione che ne fai pare una location di Blade Runner. Dunque è effettivamente futuristico.