Occhei, la matematica non vi piace. È un vostro diritto, e ci mancherebbe altro. In questo caso vi do una buona notizia: nonostante lo pseudonimo degli autori, qui (Rudi Mathematici, Storie che contano, Codice 2017, pag. 164, € 16, ISBN 9788875786724) potete lasciare perdere tutta la parte matematica (che non è nemmeno poi tanta…) del testo, e divertirvi lo stesso. Troverete dialoghi immaginari tra matematici e non, ambientati tra l’Arabia dei primi secoli dopo l’Egira e una ventina d’anni fa: sì, tecnicamente i racconti servirebbero per ambientare i problemi proposti al lettore, ma è chiaro che è tutto un trucco, perché come nei gialli di Ellery Queen l’unico modo per capire che bisognerebbe dare la risposta è accorgersi che ci sono tre asterischi *** prima che la risposta in questione sia spiattellata al lettore distratto, dissattento o disnumerico. Oggettivamente non viene nemmeno voglia di fermarsi, prendere carta, penna ed eventualmente foglio elettronico per fare i conti: è molto più divertente vedere subito come va a finire. Poi se proprio siete pedanti i racconti hanno un’appendice dove i Rudi Mathematici spiegano cosa c’è di vero e cosa di inventato nelle loro ambientazioni: insomma potete persino farvi una cultura da sfoggiare in società. Che volete di più dalla vita?
(P.S.: a maggio il libro è anche in edicola, allegato a Le Scienze. Magari vi conviene prenderlo così, ma non dite che ve l’ho detto)
RM sono un mito.